window.dataLayer = window.dataLayer || []; function gtag(){dataLayer.push(arguments);} gtag('js', new Date()); gtag('config', 'UA-36147348-1'); Mercato Trading e Segnali Operativi...nicola suprani ...Mercato Trading e Segnali Operativi -

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domenica 5 febbraio 2023

Picco tassi Bce potrebbe essere più elevato di stime mercato - Wunsch

 

La sede centrale Bce a Francoforte, in Germania

FRANCOFORTE (Reuters) - La Banca centrale europea continuerà ad alzare i tassi di riferimento anche oltre l'orizzonte di marzo messo in chiaro ieri, a meno di un radicale cambiamento nelle prospettive di inflazione.

Lo dice il banchiere centrale belga e consigliere Bce Pierre Wunsch all'indomani della stretta da mezzo punto varata da Francoforte insieme all'impegno di una mossa analoga a metà marzo.

La mancanza di una 'guidance' oltre il mese prossimo è stata chiaramente interpretata dal mercato come un'implicita indicazione di frenata del ciclo restrittivo, sulla falsariga del messaggio di Federal Reserve e Banca d'Inghilterra.

A parere di Wunsch il mercato ha male interpretato la mossa di ieri, "una decisione hawkish" che indica nuovi rialzi dei tassi in maggio e forse anche oltre.

"Non penso si possa passare da un rialzo di 50 punti base (in marzo) a zero" dice a Reuters il consigliere belga.

"Potrebbe essere una stretta da 50 o da 25 punti base: certamente non escluderei un altro rialzo da 50 punti base, dipenderà però dai dati", aggiunge.

Se l'inflazione 'core' dovesse rimanere elevata, in prossimità di 5% - conclude - un tasso Bce terminale di 3,5% come attualmente prezzano i mercati sarebbe il minimo.

(Versione italiana Alessia Pé, editing Claudia Cristoferi)

Aifa non avrebbe potuto commercializzare i farmaci a MnRa

 

mercoledì 30 novembre 2022

L'Europa investirà oltre 2.000 miliardi entro 5 anni. Ecco chi ne beneficerà

 


Ieri la fiducia delle imprese Europee di novembre è risultata peggiore della stima (-2 punti contro -0,5 stimato e -1,2 punti di ottobre), ma la fiducia dei consumatori è risultata in linea con le attese a -23,9 punti, ma in miglioramento rispetto a -27,5 punti di ottobre. Leggermente migliore delle stime anche la fiducia dei consumatori USA di novembre (100,2 punti contro 100 atteso), ma in calo rispetto ai 102,2 punti di ottobre. I dati sono coerenti con le attese di una possibile recessione.
 
Nessuna novità di rilievo all’audizione della Lagarde al Parlamento europeo di lunedì scorso. SI è infatti limitata a ribadire che i prossimi aumenti dei tassi di interesse continueranno a dipendere dai dati. Chi si aspettava indicazioni su quanto a lungo i tassi potessero rimanere in una situazione di squilibrio per contrastare l’inflazione è rimasto deluso. La Lagarde ha detto l’ennesima ovvietà, ribadendo che la misura dei tassi e la velocità dell’aumento, dipenderanno dalle prospettive economiche aggiornate (aspettiamo quindi che la BCE le aggiorni), dalla persistenza degli shock, dalla reazione delle aspettative salariali e di inflazione e dalla valutazione della trasmissione dell’orientamento di politica monetaria (aspettiamo le valutazioni della BCE).
 
Aggiungendo che quanto a lungo e quanto in alto dovranno salire i tassi “non è qualcosa su cui ho un'idea". La Lagarde ritiene che i tassi di interesse debbano essere abbastanza alti (il che non significa nulla) per raggiungere il target di medio termine di inflazione al 2%.
 
Per contro, ha lanciato ai governi Europei un monito a perseguire politiche fiscali che dimostrino il loro impegno a ridurre gradualmente gli elevati indici del debito pubblico (e qui sono d’accordo), lasciando chiaramente intendere che al momento la politica monetaria restrittiva e quella fiscale espansiva non remano nella stessa direzione. 
 
Per l’economia significa un rischio crescente di inflazione persistente (più volte abbiamo sottolineato che l’inflazione è un razzo a salire e una piuma a scendere), mentre per i mercati significa volatilità che si mantiene sui livelli mediamente elevati degli ultimi mesi.
 
Se la BCE non ha idea di quanto debbano crescere i tassi per ridurre l’inflazione, nè tantomeno se questo porterà il sistema economico in recessione, diventa difficile capire quale possa essere la soglia di acquisto/vendita sui mercati che consenta il corretto rapporto tra rischio e rendimento. Se si guarda al breve termine (difficile conciliare il breve con l’investimento azionario consapevole), la strategia migliore nella fase attuale è quella dello stock picking.
 
Se guardiamo invece al medio/lungo termine, tra le numerose incertezze, abbiamo però una certezza: gli investimenti 2021-27 del Quadro Finanziario Pluriennale che prevede investimenti di 1.211 miliardi di euro e quelli 2021-23 (ma forse 2024) del NGeu per 807 miliardi. Dove saranno investiti? Di seguito le stime della Commissione Europea:
 
 


 
La forte certezza è quindi che entro il 2027 le imprese Europee dei settori sopra riportati, saranno beneficiate da oltre 2.000 miliardi di euro di investimenti destinati a cambiare per sempre (almeno quella è la speranza) il volto dell’Europa.
 
Se guardiamo al medio periodo (2024) e prendiamo in esame i soli investimenti previsti dal NGeu, questi sono i settori che ne beneficeranno direttamente:

  • la ricerca e l'innovazione, portate avanti con il programma Orizzonte Europa;
  • le transizioni climatiche e digitali eque, attraverso il Fondo per una transizione giusta e il programma Europa digitale;
  • la preparazione, la ripresa e la resilienza, attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, rescEU e un nuovo programma per la salute, EU4Health;
  • la modernizzazione di politiche tradizionali, come la politica di coesione e la politica agricola comune, per massimizzare il loro contributo alle priorità dell'Unione;
  • la lotta ai cambiamenti climatici, a cui verrà riservato il 30% dei fondi europei, la più alta percentuale di sempre per il bilancio dell'UE;
  • la protezione della biodiversità e la parità di genere

Va da se quindi che gli investimenti debbano guardare alle imprese dei settori beneficiati.

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