Tra le blue chips che ieri sono riuscite a terminare gli scambi in controtendenza rispetto al mercato troviamo Intesa Sanpaolo. Il titolo, insieme ad Unicredit, è stato in grado di sottrarsi alla furia ribassista che si è abbattuta sugli altri protagonisti del settore bancario.
Dopo aver chiuso la sessione di ieri con un rialzo dello 0,28%, Intesa Sanpaolo quest'oggi ha proposto un copione identico, terminando gli scambi a 2,858 euro, a ridosso dei massimi intraday, con un progresso dello 0,28% e quasi 84 milioni di azioni scambiate, al di sopra della media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 77 milioni di pezzi.
I risultati dei primi nove mesi dell'anno
Intesa Sanpaolo in queste ultime due sedute ha trovato sostegno nei buoni dati societari diffusi ieri che hanno visto il gruppo archiviare i primi nove mesi dell'anno con un utile netto di 5,888 miliardi di euro, includendo il contributo pubblico di 3,5 miliardi legato all'acquisizione delle due banche venete.
Al netto di questa voce il risultato è pari a 2,469 miliardi, in crescita rispetto ai 2,335 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno.
Il risultato della gestione operativa è calato del 2,4% a 6,298 miliardi di euro, mentre i costi operativi sono rimasti stabili a 6,336 miliardi.
Le commissione nette hanno riportato un incremento del 6,4% a 5,64 miliardi di euro e gli interessi netti sono calati del 3,2% a 5,369 miliardi.
Le rettifiche di valore nette sui crediti sono scese da 2,534 a 2,078 miliardi di euro, mentre il totale dei crediti deteriorati è diminuito del 9,1% rispetto alla fine del 2016, attestandosi a 27,066 miliardi di euro.
In crescita i coefficienti patrimoniali
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, il Common Equity ratio è al 13% dal 12,7% di fine 2016, mentre il Tier 1 è salito dal 13,9% al 1 (12,7% a fine 2016), il Tier1 al 14,9% (13,9%) e il total capital al 17,6% (17%).
Questi valori si collocano su livelli largamente superiori ai requisiti normativi, anche nello scenario avverso dello stress test, con un common equity ratio che, anche nello scenario avverso, si attesterebbe al 10,2%.
I principali numeri del terzo trimestre
Con riferimento al solo terzo trimestre Intesa Sanpaolo ha consegnato un utile netto contabile di 650 milioni di euro e al netto del contributo pubblico e dell'apporto dell'acquisizione dei rami di attività delle due banche venete, il dato sapere pari a 731 milioni di euro, contro i 628 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.
I proventi operativi sono scesi del 6,2% a 4,077 miliardi, mentre i costi operativi dell'1,7% a 2,122 miliardi.
Per il risultato della gestione operativa si evidenzia una contrazione del 10,7% a 1,955 miliardi di euro, mentre le rettifiche di valore nette sui crediti sono calate da 737 a 646 milioni di euro.
Da segnalare che alla luce della crescita attesa per l'utile netto quest'anno, Intesa Sanpaolo ha confermato l'impegno a distribuire 10 miliardi di euro di dividendi cash complessivi, come indicato nel piano industriale relativo al periodo 2014-2017.
Le reazioni delle banche d'affari e i giudizi sul titolo
I numeri diffusi ieri dal gruppo sono stati accolti con favore dalle banche d'affari che nel complesso hanno confermato dei giudizi positivi su Intesa Sanpaolo.
E' il caso di Kepler Cheuvreux che ha ribadito la raccomandazione "buy" sul titolo, con un prezzo obiettivo ritoccato da 3,5 a 3,4 euro, complice una riduzione delle stime sull'utile per azione in media del 2,4% per il periodo 2017-2020.
Il broker segnala che la trimestrale di Intesa Sanpaolo ha sorpreso in positivo in termini di utili, qualità del credito e ratio patrimoniali, a fronte però di un net interest income deludente.
A consigliare l'acquisto del titolo è anche UBS che ha un target price a 3,05 euro: gli analisti segnalano tra i fattori positivi della trimestrale le commissioni, la qualità dell'attivo e il capitale, mentre tra quelli negativi troviamo la debolezza del net interest income.
Anche Morgan Stanley ha una strategia bullish su Intesa Sanpaolo con una raccomandazione "overweight" e un fair value a 3,4 euro.
Una conferma che giunge dopo i conti trimestrali che hanno evidenziato un utile netto in linea con le attese della banca americana.
Indicazioni positive anche dal Credit Suisse secondo cui il titolo è destinato a sovraperformare il mercato, con un prezzo obiettivo a 3,2 euro. L'istituto elvetico richiama l'attenzione in particolare sul miglioramento dell'outlook della qualità dell'attivo, evidenziato al contempo che il Common Equity Tier 1 ratio è stato solido e superiore alle aspettative.
Si sbilanciano meno i colleghi di Jefferies che su Intesa Sanpaolo mantengono fermo il rating "hold", con un target price a 3,15 euro.
Il broker riconosce però il solido bilancio del gruppo e il progressivo miglioramento della qualità dell'attivo.
Fonte: News
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