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martedì 8 dicembre 2020

Eni e Enel: due facce della stessa medaglia

 

Nelle ultime settimane il nostro listino, in scia con l’euforia generale dei mercati, ha registrato la migliore performance relativa a tutti gli altri indici posizionandosi tra i primi posti nelle classifiche dei best performer.
Se analizziamo singolarmente i titoli componenti, notiamo come ci sia stata un’ondata di notizie positive che hanno alimentato il recupero del nostro mercato, rimasto a lungo tempo alla finestra rispetto ai mercati americani. L’uscita del vaccino e le prospettive di una riapertura hanno provocato quello che sembra essere un primo accenno di rotazione settoriale beneficiando i titoli le cui attività principali sono caratterizzate da solidità, ovvero capacità di performare anche in condizioni di mercato avverse, e offrono garanzie agli investitori.

Se prendiamo in analisi il titolo Eni (MI:ENI), di cui sono tristemente note le performance negative dovute principalmente al drastico calo del petrolio, notiamo come sia anch’esso sulla via del recupero, complice anche la recente di notizia di una partnership con Enel (MI:ENEI) sul tema del green energy che potrebbe proiettare verso il futuro l’azienda, trascurando quello che è adesso il core business, incentrato sulla vendita di combustibili fossili.

Graficamente il titolo sta al momento accumulando in area 8,70 euro dopo un forte rialzo partito dal livello di minimo dei 6 euro. Le prime resistenze tattiche sono rappresentate dai due massimi battuti dall’inizio della crisi del Covid, livelli che, in caso di continuazione di trend, rappresenteranno il target del movimento rialzista in atto.

Fonte Bloomberg
Fonte Bloomberg


Sfruttando la gamma di certificati Turbo dell’emittente Unicredit (MI:CRDI), segnaliamo la possibilità di apertura di una posizione lunga sul titolo acquistando il Turbo (ISIN: DE000HV4H9G2) a 3,97 euro, che prevede uno stop loss automatico a 4,77 euro di quotazione. Il prodotto, lavorando con una leva pari a 2,22, consente di avere un’esposizione più che lineare amplificando i movimenti del sottostante.

https://it.investing.com/

giovedì 22 ottobre 2020

Eni tra le 10 aziende Top performer per report di sostenibilità

 Roma, 21 ott. (askanews) - L'Eni è stata inclusa, per il secondo anno consecutivo, tra le 10 aziende con la migliore reportistica di sostenibilità nell'analisi del World business council for sustainable development (Wbcsd), classificandosi tra i Top performer. Lo comunica la società, sottolineando che l'indagine del Wbcsd viene fatta annualmente con l'obiettivo di migliorare le azioni delle imprese verso una transizione sostenibile. L'edizione di quest'anno ha coinvolto 158 aziende di diversi settori.

Nell'analisi del Wbcsd l'Eni è citata come esempio di good practice in ambito "Sustainability governance", per la chiara descrizione dei ruoli e delle responsabilità del consiglio di amministrazione e dei comitati sulle tematiche di sostenibilità, in particolare sul clima. Tra gli elementi valutati positivamente anche la distinzione tra ruoli gestionali a livello centrale e locale e la distinzione tra gli obiettivi di sostenibilità del piano di incentivazione di breve termine e di quello a lungo termine dell'amministratore delegato, con obiettivi separati fissati per i dirigenti con responsabilità strategiche.

"Siamo orgogliosi di questo risultato - sostiene l'ad Claudio Descalzi - che conferma il valore delle nostre iniziative per la sostenibilità, frutto di un percorso avviato nel 2014 con il lancio di un nuovo modello di business, di una nuova mission e di una strategia di lungo termine al 2050 che coniuga sostenibilità economico-finanziaria, ambientale e sociale con l'obiettivo di accelerare la transizione energetica".

"Eni for 2019", l'ultimo report di sostenibilità pubblicato dal gruppo a maggio 2020, mostra i risultati più recenti di questo percorso. Entro i prossimi 30 anni, la società punta a diventare leader nella produzione e vendita di prodotti decarbonizzati, riducendo le emissioni dirette e indirette dei prodotti energetici venduti dell'80% rispetto al 2018.

martedì 22 settembre 2020

Eni sui minimi – come investire a leva su ulteriori ribassi

 

La pausa della salita del petrolio e le performance negative del settore spingono Eni (MI:ENI) ad un possibile retest dei minimi di fine marzo.
 
Il lockdown dei primi mesi dell’anno e l’eccezionale evento della discesa del petrolio a quotazioni negative hanno pesantemente influenzato i titoli del settore energetico che si classifica come il worst performer dell’anno.

Se si considera il titolo Eni, una delle aziende a maggior capitalizzazione del nostro listino, notiamo come stia vivendo una fase di flessione dei prezzi. A conferma di tale debolezza, il titolo, caratterizzato da un’alta correlazione con il petrolio, non ha partecipato all’ultimo rialzo dell’oro nero sviluppatosi negli ultimi mesi.

Graficamente, il prezzo ha superato l’area di supporto a 7,34 euro e la rottura di tale livello potrebbe portare probabilmente l’azione a ritestare i minimi fatti a marzo alla fine della discesa record. Prendiamo in esame un Turbo Open End (DE000HV4G394), scritto proprio sul titolo Eni, che permette di andare short sul sottostante con uno stop loss intrinseco nella struttura a 8,5 euro.

Fonte Bloomberg
Fonte Bloomberg


Il prodotto, lavorando con una leva pari a 6,42, consente di amplificare i movimenti dell’azione aprendo la possibilità di effettuare operazioni speculative o di copertura. La barriera del titolo è continua con osservazione intraday pertanto il titolo non dovrà mai toccare tale livello per evitare lo stop sulla posizione
https://it.investing.com/

giovedì 5 marzo 2020

Eni, Marcegaglia: con nuovo Piano 2050 sarà più forte e resilente

Roma, 5 mar. (askanews) - Il nuovo Piano 2050 porterà Eni ad essere un gruppo più forte e resilente. Lo afferma la presidente del gruppo Emma Marcegaglia, in un'intervista al Sole24Ore, facendo il punto all'approssimarsi della scadenza del suo mandato.
"Eni - spiega Marcegaglia - rimarrà un'azienda industriale integrata e il suo nuovo upstream non sarà più il petrolio ma un mix di gas e rinnovabili. Non ci saranno comunque passaggi traumatici, ma un ripensamento di tutta l'attività industriale e una riconversione in chiave sostenibile dei vari business (dal mid-downstream alla chimica) per arrivare a fornire ai nostri clienti, che supereranno i 20 milioni al 2050, prodotti completamenti decarbonizzati".
Questa trasformazione, aggiunge Marcegaglia, non avrà effetti sul dividendo. "Nel 2050 - afferma - salirà del 3,5% a 89 centesimi e la previsione nell'ultimo piano è che la remunerazione dei nostri azionisti crescerà gradualmente".
Sen

venerdì 18 ottobre 2019

ENI in verde. Equita dice buy dopo intervista AD. I punti chiave


L'ultima seduta della settimana si è chiusa in lieve rialzo per ENI che ha provato a reagire dopo il calo delle de giornate precedenti, salendo in controtendenza rispetto al Ftse Mib.
Il titolo si è fermato a 13,78 euro, con un progresso dello 0,26% e oltre 10 milioni di azioni scambiate, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 12,8 milioni di pezzi.
Ad occuparsi di ENI oggi sono stati gli analisti di Equita SIM che si sono soffermati sull'intervista rilasciate al Sole 24 Ore dall'AD del gruppo, Claudio Descalzi.
Gli esperti segnalano in particolare tre aspetti, il primo dei quali è che ENI esclude acquisizioni nel breve periodo dopo l'operazione in Norvegia.
Il secondo riguarda la conferma della partecipazione all'asta in Qatar per lo sviluppo del più grande campo di gas al mondo.
Infine, il terzo aspetto è relativo all'accelerazione nei programmi di sviluppo delle nuove attivita? nelle energie rinnovabili e nell’economia circolare per chimica e raffinazione.
Nei prossimi anni ENI intenderebbe espandere l’attivita? dove ha tecnologie affermate e ridurre l’impatto carbonico.

Gli analisti di Equita SIM ritengono che questa strada permetta ad ENI di diversificare la propria attivita? e ridurre la dipendenza da una singola fonte energetica o di prodotto, oltre che a ridurre i costi legati agli impatti ambientali della propria attivita? core.
La SIM milanese evidenzia che molti dei commenti presenti nell’intervista sono delle conferme della strategia impostata con il piano industriale presentato a marzo e la volonta? di proseguire nei prossimi anni su quel percorso.
Data la scadenza ravvicinata del mandato di Descalzi come CEO, gli analisti ritengono che l’intervista, impostata sul futuro della compagnia, possa anche rappresentare una conferma della disponibilita? dell'attuale AD a proseguire al vertice di ENI.
Una conferma di Descalzi nel 2020 secondo gli esperti può essere considerata positivamente dal mercato, dopo il percorso di trasformazione intrapreso negli ultimi anni oltre ai successi esplorativi ineguagliati nel settore.
Non cambia intanto la view positiva su ENI che per Equita SIM resta da acquistare con un prezzo obiettivo a 19 euro.
Fonte: News Trend Online

lunedì 10 dicembre 2018

ENI limita i danni con alcune buone notizie. Per i broker è buy


Le vendite abbattutesi oggi su Piazza Affari non hanno lasciato scampo tra gli altri neanche ad ENI che però si è difeso meglio dell'indice di riferimento e degli altri due protagonisti del settore oil quali Saipem e Tenaris. 
Il titolo, dopo aver guadagnato circa due punti percentuali venerdì scorso, sulla scia dell'accordo raggiunto dall'Opec relativamente al taglio della produzione di petrolio nell'ordine di 1,2 milioni di barili al giorno a partire dall'1 gennaio prossimo.


ENI ha risentito oggi della flessione dei prezzi dell'oro nero che continuano a viaggiare in territorio negativo, al di sotto dei 
52 dollari al barile. Il titolo si è fermato così a 13,94 euro, con una flessione dell'1,23% e quasi 11,5 milioni di azioni scambiate, contro la media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a poco più di 12 milioni di pezzi.

ENI è riuscito a fronteggiare le vendite meglio degli altri titoli oil, grazie ad alcune notizie arrivate nelle ultime ore. 
Ieri il Governo egiziano ha dato il via libera alla cessione da parte del gruppo italiano di due quote nella concessione di Nour, nel bacino del Delta del Nilo orientale: il 20% a Mubadala Petroleum e il 25% a BP.


L’approvazione segue la sigla degli accordi di farm-out effettuata nelle ultime settimane, ma non è stato reso noto il valore delle due operazioni. ENI detiene ora una quota del 40% insieme a Tharwa Petroleum Company con il 15%, ricordando che sono ancora in corso le operazioni di perforazione del pozzo esplorativo.
In una nota diffusa questa mattina gli analisti di Equita SIM segnalano che prosegue il riequilibrio del portafoglio upstream di ENI, per migliorare la diversificazione dei volumi produttivi e quindi ridurre il rischio di portafoglio.


L’operazione inoltre rafforza la partnership sia con BP che con Mubadala. Il campo, per quanto promettente, e? ancora in fase esplorativa, quindi gli esperti ritengono che l’operazione non possa aver generato piu? di qualche decina di milioni di dollari di controvalore per ognuna delle transazioni.
Confermata la strategia bullish su ENI che per Equita SIM resta da acquistare con un prezzo obiettivo a 19,5 euro.

Lo stesso rating è stato reiterato oggi da Banca Akros, con un target price a 18,5 euro. Gli analisti sottolineano che i risultati nei campi del gas di ENI sono stati più che promettenti e il deal relativo alla cessione delle quote nella concessione di Nour conferma la crescente domanda degli investitori per entrare in questo mercato.


Indicazioni bullish per ENI sono arrivate oggi anche da Fidentiis che ha ribsdito la raccomandazione "buy", con un target pari a 18-19 euro. 
Gli analisti richiamano l'attenzione sul total return di ENI dell'8% da inizio anno, rispetto al 6% dei competitors. Si tratta di un valore superiore al 5,2% del mercato, accompagnato peraltro da un dividend yield pari al 6%.  
Intanto sempre oggi è arrivata un'altra buona notizia per ENI che ha reso noto di aver effettuato una nuova scoperta a oil nel prospetto esplorativo denominato Afoxè, nel Blocco 15/06, nell'offshore dell'Angola.


Secondo le stime, la scoperta contiene tra i 170 e i 200 milioni di barili di olio leggero in posto ed è una ulteriore conferma del potenziale esplorativo ad olio della parte meridionale del Blocco 15/06, che finora si riteneva contenere gas. Eni prevede di perforare fino a 4 nuovi pozzi esplorativi consecutivi nel Blocco 15/06 nell'arco del 2019.
Fonte: News Trend Online

venerdì 5 ottobre 2018

Dax sull’altalena, ma per ora gli acquisti hanno vita breve

Settimana più corta del previsto per il Dax, con il mercato chiuso nella giornata di mercoledì in concomitanza con il Giorno dell’unità tedesca.
Il future con scadenza dicembre 2018 sta scambiando sostanzialmente nel range della barra ribassista benchmark di venerdì 28 settembre, con un leggero aggiornamento dei minimi di breve termine a 12.157 punti.
Dopo l’affondo di settimana scorsa il mercato ha cercato una reazione spingendosi fino al test di 12.350 punti, base dell’area di resistenza che si estende fino a 12.450 punti e che per il momento ha arrestato il rimbalzo.
Dopo situazioni di forti aumenti di volatilità come quella di venerdì scorso (il range tra i valori di apertura e chiusura ha inglobato i valori di real body delle cinque sessioni precedenti), il test dei livelli di ritracciamento compresi tra il 60 e l’80% del range della candela bechmark costituiscono molto spesso punti di entrata ottimali per effettuare operazioni in accordo con la tendenza principale, ovvero short in questo caso.
Mentre abbiamo osservato un secondo rifiuto dei prezzi dopo il tentativo di attacco a 12.350 nella giornata di giovedì, saremmo ora molto più cauti qualora il mercato portasse un terzo tentativo di attacco ai livelli sopra citati, poiché in tal caso il Dax potrebbe mostrare la forza necessaria per un breakout dei massimi di breve termine.
Gli obiettivi al ribasso sono sempre rappresentati dal test dei minimi annuali in area 11.700 punti, anche attraverso probabili accelerazioni al breakout di 12.100 punti; dal lato opposto soltanto il recupero del pivot point a 12.600 punti invertirebbe le gerarchie del mercato.
 
Analisi grafico dax


Analisi a cura di Filippo Giannini
Fonte: www.tradingfacile.eu

ENI in corsia di sorpasso grazie a BoA. Ecco perchè ora è buy


In una giornata segnata da vendite diffuse a Piazza Affari, dove seppur in maniera diversa un po' tutti i titoli si muovono in negativo, spicca ancora di più il rialzo in controtendenza di ENI che conquista la prima posizione nel paniere delle blue chips. Il titolo, dopo aver ceduto poco più di mezzo punto percentuale ieri, in seguito a tre sedute consecutive positive, oggi riprende la via dei guadagni con una certa vivacità.

ENI oggi ha avviato gli scambi già in salita e ha allungato progressivamente il passo, tanto da presentarsi negli ultimi minuti a ridosso dei massimi intraday a 16,558 euro, con un vantaggio dell'1,72% e oltre 6 milioni di azioni scambiate fino ad ora, contro la media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 9 milioni di pezzi.


Il titolo viaggia a poca distanza dai massimi dell'anno toccati nell'intraday del 15 maggio scorso a 16,89 euro e non sembra risentire degli ultimi movimenti del petrolio. Non più tardi di ieri l'oro nero ha accusato una netta correzione, con un ribasso nell'ordine di quasi il 3%, e oggi sta provando a mantenersi a galla, viaggiando a poca distanza dall'area dei 74,5 dollari al barile.
A dare sostegno ad ENI oggi è senza dubbio la mossa di Bank of America-Merrill Lynch, i cui analisti hanno deciso di riservare una promozione al titolo, con un cambio di strategia da "neutral" a "buy", a fronte di un prezzo obiettivo rivisto verso l'alto da 15,9 a 20 euro, livello che implica un potenziale di upside di circa il 20% rispetto ai prezzi correnti di Borsa.


Secondo la banca americana ENI viaggia a sconto del 35% rispetto alle major del settore oil ed è stato penalizzato dalla percezione del rischio politico in Italia.  Ciò è avvenuto ingiustamente visto che la società del cane a sei zampe vede solo meno del 10% dei suoi ricavi esposti al nostro Paese.

Gli analisti fanno notare inoltre che ENI ha una leva finanziaria tra le più basse nel comparto di riferimento e questo le permette di vantare una maggiore flessibilità nella distribuzione di cassa agli azionisti sotto forma di dividendi o attraverso piani di buy-back, ossia acquisto di azioni proprie.


Per gli esperti di Bank of America-Merrill Lynch ci sono inoltre ulteriori fattori di appeal: uno è rappresentato da una possibile execution migliore delle attese relativamente al giacimento di Zohr, e l'altro dalla valorizzazione delle attività in Norvegia. 
Proprio in quest'ultimo Paese è stata realizzata un scoperta di petrolio, annunciata ieri da ENI, nel pozzo di Cape Vulture, nell'offshore norvegese.
I volumi recuperabili sono stimati tra 50 e 70 milioni di barili, con ulteriore potenziale, ricordando che Eni detiene una quota dell’11,5% nella licenza, mentre Equinor il 63,95% e Petoro il 24,55%.
Il campo di Cape Vulture potra? essere sviluppato attraverso l’unita? galleggiante FPSO Norne, la quale dista soli 7 km dal pozzo e ha capacita? disponibile.

ENI possiede inoltre due licenze aggiuntive localizzate a nord della scoperta di Cape Vulture, ed entrambe sono operate da Equinor che ha una quota del 60%, mentre ENI e? partner con il 40%.
Per gli analisti di Equita SIM la notizia relativa alla scoperta di Cape Vulture non ha impatti rilevanti per il titolo, in quanto gli stessi stimano un valore del campo netto per ENI di circa 30-40 milioni di euro.

Confermata in ogni caso la strategia bullish sul titolo che secondo la SIM milanese resta da acquistare con un target price a 18,5 euro.
Fonte: News Trend Online

martedì 28 agosto 2018

ENI poco mosso dopo novità da più fronti. La view degli analisti


Anche la seduta odierna si è conclusa con il segno più per ENI che, dopo aver guadagnato circa un punto percentuale venerdì scorso, si è fermato poco sopra la parità oggi. ENI ha terminato gli scambi a 16,432 euro, con un progresso dello 0,2% e oltre 4 milioni di azioni trattate, contro la media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 10 milioni di pezzi.

ENI si è mosso sostanzialmente in linea con l'indice delle blue chips, in una giornata in cui il petrolio non ha fatto registrazioni variazioni di rilievo, mantenendosi a ridosso dei valori del close di venerdì scorso. 
Il titolo non ha risentito più di tanto delle indicazioni arrivate dall'agenzia Reuters, a cui il capo dell'attività di esplorazione di Equinor ha fatto sapere che il gruppo ritarderà l'avvio dell'importante campagna esplorativa nel Mare di Barents, per via di alcuni problemi con l'impianto di perforazione.

Quest'ultimo avrebbe dovuto perforare un pozzo per il gruppo ENI, vicino al suo giacimento petrolifero Goliat. 
Intanto a catalizzare l'attenzione su ENI oggi sono state anche le indicazioni riportate venerdì scorso sempre da Reuters. Quest'ultima ha segnalato che Abu Dhabi National Oil Co (ADNOC) e? in trattativa avanzata con piu? di un potenziale acquirente, tra cui ENI, per vendere una partecipazione di minoranza nelle attivita? di raffinazione.
Nel piano industriale di ADNOC, il downstream sara? valorizzato tramite partnership che le permetteranno di raggiungere mercati di sbocco e di estendere la capacita? nella petrolchimica.

La capacita? di raffinazione di ADNOC e? di 900mila barili di petrolio al giorno, suddivisa in due impianti, a cui se ne aggiungerebbe uno nuovo da 600mila barili entro il 2025.
Gli analisti di Equita SIM ritengono che la partnership fra ENI e ADNOC possa avere una serie di benefici. In primis l’esposizione di ENI nella raffinazione e? piu? limitata rispetto alle integrate europee, per cui ristabilirebbe un maggiore equilibrio fra upstream e downstream.

In secondo luogo gli impianti di ADNOC hanno un evidente vantaggio di costo per dimensioni e integrazione con l’upstream. A ciò si aggiunga che la rete distributiva di ENI potrebbe risultare un naturale mercato di sbocco per la raffinazione di ADNOC. 
In ultimo ENI potrebbe offrire un know-how strategico nella chimica nei prodotti intermedi e speciali.
Al momento e senza dettagli piu? precisi, la SIM milanese non ritiene che la notizia abbia effetti rilevanti sul titolo.

Valutando la raffineria al costo di sostituzione, circa 15mila dollari per 1.000 barili al giorno, la cessione di una quota ipotetica del 10% della partecipazione in ADNOC Refining potrebbe costituire un investimento da 1,35 miliardi di dollari per ENI, una cifra che non sposterebbe di molto il gearing della società.

Non cambia la view di Equita SIM su ENI che resta un titolo da acquistare, con un prezzo obiettivo a 18,5 euro.
Fonte: News Trend Online

mercoledì 4 luglio 2018

ENI e Saipem sostenuti da alcune news. Quale dei due preferire?


La buona intonazione mostrata oggi da Piazza Affari ha contagiato la maggior parte delle blue chips e tra le altre hanno chiuso gli scambi in salita anche ENI e Saipem, pur muovendosi a velocità diverse. 
Dopo aver ceduto entrambi quasi un punto percentuale ieri, ENI quest'oggi ha guadagnato il 2,42% a 16,156 euro, con quasi 15 milioni di azioni scambiate, in linea con la media giornaliera degli ultimi tre mesi, mentre Saipem si è accontentato di un progresso ben più contenuto dello 0,49%, a quota 3,929 euro, con circa 5,5 milioni di azioni trattate, ben al di sotto della media giornaliera degli ultimi tre mesi, pari a circa 12,5 milioni di pezzi.


ENI e Saipem non sembrano aver risentito dei movimenti registrati dal petrolio che nella prima parte della seduta si è spinto in avanti, tanto da arrivare a violare la soglia dei 75 dollari al barile, salvo poi cambiare direzione di marcia e presentarsi negli ultimi minuti a 73,15 dollari, in calo dell'1,07% rispetto al close di ieri.


ENI oggi ha mostrato una marcia in più rispetto a Saipem dopo che ieri la società ha annunciato la fusione della sua controllata norvegese ENI Norge con Point Resources, di proprieta? di un private equity, al fine di creare un leader nel settore dell’esplorazione e produzione di idrocarburi in Norvegia.


Eni deterra? una partecipazione del 69,6% nella societa? combinata, che sara? denominata Var Energi, mentre la societa? HitecVision deterra? il restante 30,4%. 
La nuova societa? prevede di investire piu? di 8 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per lo sviluppo di nuovi progetti, il miglioramento dei campi esistenti e l’esplorazione di nuove risorse.

Secondo i piani di ENI, Var Energi raggiungera? una produzione di 250.000 barili al giorno entro il 2023, rispetto alla produzione attuale di 180.000 barili giornalieri, grazie allo sviluppo di 10 asset esistenti che hanno in dote 500 milioni di barili equivalenti di petrolio, ad un breakeven di 30 dollari al barile.

Il completamento della fusione e? previsto per la fine del 2018.
Gli analisti di Equita SIM ritengono che la notizia abbia risvolti marginalmente positivi per il titolo in quanto ENI incrementa la presenza nei paesi OCSE, riducendo il rischio geopolitico di portafoglio. 
A ciò si aggiunga che il rafforzamento del business upstream in Norvegia dovrebbe permettere il miglioramento delle performance operative, che non sono state soddisfacenti in quell’area per il campo di Goliat.
Anche alla luce di queste indicazioni gli analisti di Equita SIM mantengono una strategia bullish su ENI, con una raccomandazione "buy" e un prezzo obiettivo a 17,5 euro.



Più cauta invece la view su Saipem che secondo la SIM milanese merita un rating "hold", con un target price a 3,55 euro, già superato dalle attuali valutazioni di Borsa. 
La conferma del giudizio è arrivata oggi dopo che Saipem ha firmato un Memorandum of Understanding and Exclusivity Agreement con California Ethanol & Power, LLC per la realizzazione di un impianto a bassa emissione di carbonio destinato alla produzione di etanolo per carburanti, di elettricita? da fonti rinnovabili, di bio-metano e altri sottoprodotti derivanti dalla canna da zucchero coltivata in loco.
L’impianto sorgera? nel sud della California, nel territorio dell’Imperial County, destinato a diventare uno dei principali poli internazionali di sviluppo delle energie da fonti rinnovabili.
L’avvio delle attivita? e? subordinato alla positiva finalizzazione degli accordi per il finanziamento del progetto da parte della committente.


Il contratto prevedera? che a Saipem sia affidata la progettazione e la costruzione della parte non elettrica dell’intero progetto e dei servizi correlati, mentre la parte elettrica sara? affidata a General Electric.
Fonte: News Trend Online

mercoledì 30 maggio 2018

ENI +0,2%, forse il pullbak è finito.

FATTO
Eni (ENI.MI) recupera prontamente dai minimi di giornata (e di periodo) a 14,62 euro.
Ora tratta a 15,10 euro, +0,2% (+0,6% l'indice Eurostoxx Oil&Gas).

Il consenso pubblicato da Bloomberg ha un target medio fondamentale, su Eni, salito a 17,53 euro. 

Da inizio anno il titolo guadagna il 10% (-1% il FtseMib, +10% l'Eurostoxx Oil&Gas), dividendo escluso, dopo aver toccato +20%.

Nel 2017 ha perso il 10%, sottoperformando mercato e settore, evento ancora valido su un orizzonte a 3 e 5 anni.

EFFETTO
Graficamente, a partire dai massimi di periodo (2014) in area 20 euro, la tendenza è stata negativa e ha riportato i prezzi sulla parte bassa della banda di medio-lungo periodo 11/13 - 18/20 euro.

Dal febbraio 2016 è in corso un articolato movimento di recupero, che ha segnato un top di periodo intorno ad area 16,5/17 euro, prima di ritracciare.

In ottica di medio termine, crediamo che l'obiettivo vada ricercato nella parte alta della banda sopra citata. 

Operatività. L'analisi tecnica di Websim dopo aver preso profitto in area 17 euro, è rientrata Long da 15,2 euro. Maggiori dettagli operativi nella scheda.

Il titolo è nel Portafoglio Websim LONG Piazza Affari.

ENI



www.websim.it 
www.websimaction.it

martedì 24 aprile 2018

ENI: preview 1° trim 2018. Titolo sotto i riflettori dopo il forte rialzo Ytd

Il 26 aprile si riunirà il Cda di Eni per l“approvazione dei risultati del primo trimestre 2018. Risultati che come di consueto dovrebbero essere poi pubblicati la mattina del 27 aprile prima dell“apertura del mercato.

Il consensus si aspetta utile operativo adjusted a 2,45 miliardi. In particolare la divisione E&P dovrebbe raggiungere i 2,19 miliardi di Ebit adjusted, il G&P attestarsi a 270 milioni e l“R&M a 40 milioni. Infine Versalis chiudere a 70 milioni. L“utile netto adjusted dovrebbe raggiungere secondo il mercato i 980 milioni. La produzione dovrebbe attestarsi a 1.866 kboe/g.



Molta l“attesa per i conti della big del petrolio italiana che da inizio anno ha segnato una delle performance più interessanti tornando sopra i 16 euro. Valori che il titolo non vedeva dall“agosto del 2015. Merito soprattutto del piano industriale che ha portato ad una revisione al rialzo delle stime degli analisti con conseguente calo dei multipli, rendendo il titolo più appetibile. E infatti le stime sull“EPS 2018 sono state alzate del 25,3% quest“anno, contro un rialzo del titolo del 16,7% nello stesso periodo.


  • News Finanza.Com

giovedì 19 aprile 2018

Eni: pronta ad affrontare la resistenza a 16 euro

Prosegue inarrestabile al rialzo il titolo ENI che dal doppio minimo realizzato tra metà febbraio e metà marzo, ha guadagnato oltre il 20%, passando da 13,22 agli attuali 15,88 euro. Il target naturalmente è 16 euro.
Una performance legata a diversi elementi. Sicuramente alla base c’è uno scenario particolarmente positivo per il mercato petrolifero, con il forte rialzo del prezzo del petrolio. Ma non solo. Eni infatti ha chiuso molto bene il quarto trimestre del 2017 e ha alzato le guidance e le aspettative con la pubblicazione del Piano Industriale 2018 2021, reso noto il 16 marzo.
Un insieme di notizie che ha visto gli analisti alzare le stime di consensus. Infatti da un’analisi grafica delle stime bloomberg si evince che gli analisti hanno cominciato ad alzate l’Ebitda adjusted da metà marzo del 2018 e l’utile netto da inizio anno in maniera ininterrotta.
Interessante che, nonostante la corsa, Eni è ancora a sconto sui principali peers. L’Ev/Ebitda tratta a 4,2 volte nel 2018 e 4 volte nel 2019 contro 5,6 e 5,3 volte dei comparables.

martedì 17 aprile 2018

ENI ancora in luna di miele. Un buy in vista della trimestrale?


A Piazza Affari non si ferma la sorprendente ascesa di ENI che continua a guadagnare terreno, mettendo a segno oggi la migliore performance nel settore di riferimento. Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di ieri fermandosi appena sopra la parità con un frazionale rialzo dello 0,1%, si spinge in avanti con più decisione oggi, vivendo la dodicesima seduta consecutiva in salita.

ENI sale per la dodicesima seduta consecutiva

Negli ultimi minuti ENI viene scambiato a 15,656 euro, con un progresso dell'1,35% e oltre 12,5 milioni di azioni transitate sul mercato fino ad ora, rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 15 milioni di pezzi.


Eni sta vivendo davvero un buon momento in Borsa, basti pensare che da inizio mese ha messo a segno un rialzo di circa il 9%, con una sovraperformance rispetto all'indice di riferimento che nello stesso periodo ha guadagnato poco più del 5% ad oggi.

Ampliata la partnership con Sonatrach

Il titolo beneficia indubbiamente del rialzo messo a segno di recente dal petrolio, mostrando peraltro un'ottima capacità di tenuta anche nel momento in cui le quotazioni dell'oro nero arretrano, come di fatto sta accadendo da ieri.


Eni raggiunge così i massimi lasciati alle spalle a inizio 2017 e quest'oggi si spinge ancora in avanti dopo che la società ha firmato con l'algerina Sonatrach una serie di accordi finalizzati a rafforzare l'integrazione tra le due aziende nelle attività operate congiuntamente nel Paese africano.

Questo sarà realizzato tramite importanti sinergie che porteranno a significativi risparmi di spesa e ad una migliorata efficienza operativa.

La preview di Equita sui conti del 1° trimestre

Intanto l'attenzione del mercato si sposta sui risultati del primo trimestre dell'anno che saranno diffusi da ENI il prossimo 27 aprile.

In vista di tale appuntamento gli analisti di Hsbc oggi hanno confermato la loro view positiva sul titolo, con una raccomandazione "buy" e un prezzo obiettivo rivisto verso l'alto da 15,2 a 16,4 euro. 
A scommettere su ENI è anche Equita SIM che in una nota diffusa oggi ha rinnovato l'invito ad acquistare, con un target price a 17,5 euro.
In vista dei conti del primo trimestre in arrivo tra poco più di una settimana, la SIM milanese fa sapere di attendersi un utile netto adjusted pari a 1,08 miliardi di euro, in crescita del 48%, mentre l'Ebit è visto a 2,407 miliardi di euro, in deciso miglioramento su base annua, grazie all'incremento dei prezzi del petrolio e alla crescita della produzione, pari al 4% a 1,867 milioni di barili di olio equivalente al giorno, già resa nota in occasione dell'investor day di New York.
Nei primi tre mesi dell'anno la posizione finanziaria netta dovrebbe essere negativa per 10,2 miliardi di euro, in lieve miglioramento rispetto ai 10,9 miliardi degli ultimi tre mesi del 2017.


Gli analisti di Equita SIM si aspettano inoltre che ENI confermi i target per l'anno in corso annunciati durante la presentazione del piano industriale il mese scorso.
In particolare si prevede crescita della produzione in rialzo del 4% quest'anno, cash neutrality a 55 dollari al barile inclusi i dividendi e capex pari a 7,7 miliardi di euro.
Inoltre l'Ebit della divisione Gas&Power è atteso a 300 milioni di euro, con il break-even della raffinazione entro la fine dell'anno in corso.

Le attese di Morgan Stanley

Anche Morgan Stanley guarda ai conti del primo trimeste di ENI, dai quali si attende un utile di 823 milioni di euro, a fronte di ricavi pari a 1,012 miliardi, mentre l'Ebit è visto a 2,083 miliardi di euro.


L'idea della banca americana è che il gruppo negli ultimi tre mesi dello scorso anno abbia beneficiato di alcuni fattori straordinari che però non si ripeteranno.
Nel primo trimestre di quest'anno l'ebit di ENI potrebbe risentire dei più bassi margini di raffinazione, mentre dovrebbe risultare positivo il contributo della divisione chimica.

Non è da escludere che sui numeri dei primi tre mesi del 2018 possa aver pesato anche la debolezza del dollaro. In attesa dei dati ufficiali Morgan Stanley mantiene una view bearish sul titolo, con una raccomandazione "underweight" e un target price a 14,2 euro. già superato dalle valutazioni correnti.

Bullish la strategia di Bca Akros e Kepler Cheuvreux

Ben diversa la strategia suggerita da Banca Akros che nei giorni scorsi ha ribadito il rating "buy", con un fair value a 17 euro.

Gli analisti puntano l'attenzione sulla stabile crescita attesa nei prossimi anni, apprezzando al contempo la visibilità sui dividendi futuri che resta molto alta.
Infine, un invito all'acquisto arriva anche da Kepler Cheuvreux che su ENI ha una raccomandazione "buy", con un fair value ritoccato verso l'alto da 16,5 a 17 euro, sulla scia di una rivisitazione delle stime sull'utile per azione, aumentate del 26,5% per quest'anno e del 24,4% per il prossimo.

Fonte: News Trend Online

giovedì 22 marzo 2018

ENI +1%, trascinata dal Brent.

FATTO
Eni (ENI.MI) estende la reazione in corso da due settimane, nel finale è scambiata a 14,27 euro, in guadagno dell'1% (+0,9% l'indice Eurostoxx Oil&Gas, oggi tra i migliori).

Il Brent allunga a quota 69,2 dollari, +2,6%, dopo il calo a sorpresa delle scorte Usa.

Il consenso pubblicato da Bloomberg ha un target fondamentale medio a 16,25 euro.

Da inizio anno il titolo guadagna il 3% (+4% il FtseMib, +1% l'Eurostoxx Oil&Gas). 

Nel 2017 ha perso il 10%, sottoperformando mercato e settore, evento che si ripete su un orizzonte a 3 e 5 anni.

EFFETTO
Graficamente, a partire dai massimi di periodo (2014) in area 20 euro, la tendenza è stata negativa e ha riportato i prezzi sulla parte bassa della banda di medio-lungo periodo 11/13 - 18/20 euro.

Dal febbraio 2016 è in corso un articolato movimento di recupero, che però non ha ancora preso slancio. 

Ci aspettiamo che i prezzi ripuntino verso area 15,0-16,0 euro ed estendano in direzione della parte alta della banda sopra indicata.

Operatività. L'analisi tecnica di Websim è Long da 13,40 euro. Ancora profittevoli gli acquisti a questi prezzi. Maggiori dettagli operativi nella scheda.

Stamattina prima dell'apertura è stata suggerita una STRATEGIA TURBO.

ENI




www.websim.it 
www.websimaction.it

mercoledì 21 marzo 2018

Eni conferma il recupero in scia al petrolio.

Dopo aver chiuso il gap ribassista, aperto a 14,10 euro a inizio dello scorso febbraio, in scia al recente rialzo del petrolio Eni ha oggi confermato il superamento della media mobile a 50 giorni avvicinandosi in seguito al test della resistenza statica di medio periodo posta a ridosso dei 14,30 euro.

Un movimento, quello ascedente in atto, che ha buone chance tecniche per proseguire, visto che gli indicatori non sono ancora entrati in zona di ipercomprato.
In quest’ottica, i prossimi target sono individuabili in prima battuta a quota 14,40 e in seguito nella zona compresa tra i 14,75 e la soglia dei 15 euro (top di inizio 2018). Di cruciale importanza però posizionare un rigido livello distop loss a quota 14,10, supporto dinamico di breve termine al di sotto del quale si profilerebbe l’inizio di un ritracciamento.
 
Eni


Fonte: www.finanzaoperativa.com

lunedì 19 marzo 2018

ENI: il nuovo piano piace agli analisti. Buy corale dei broker


A Piazza Affari si guarda ancora con interesse ad ENI che oggi riesce a difendersi meglio rispetto agli altri due protagonisti del settore oil. Il titolo, dopo due sedute consecutive in salita e dopo aver archiviato la giornata di venerdì scorso con un rialzo del 2%, quest'oggi cede il passo ad alcune prese di profitto.
Negli ultimi minuti ENI viene scambiato a 14,084 euro, con un ribasso dello 0,11% e oltre 46 milioni di azioni transitate sul mercato fino ad ora, rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 13 milioni di pezzi.

Aumenta il dividendo per il 2018

ENI resta sotto i riflettori dopo che sul finire della scora settimana la società ha diffuso i dati completi del 2017 e presentato il nuovo piano industriale.


Il gruppo ha confermato i dati preliminari presentati il 16 febbraio scorso, annunciando un aumento del dividendo, visto che il Cda proporrà per quest'anno una cedola pari a 0,83 euro per azione, in rialzo del 3,75% rispetto al 2017. L'incremento del dividendo, come spiegato dall'AD venerdì scorso, rientra nell'impegno per una politica di remunerazione progressiva, è il risultato dei miglioramenti finanziari e di business ottenuti e rispecchia la fiducia del management in una ulteriore crescita di valore.

I principali driver del piano industriale

Per quanto riguarda il piano industriale 2018-2021, i principali driver sono lo sviluppo degli avvii 2017, in particolare in Egitto, Angola e Indonesia, e degli avvii di fasi satelliti di grandi giacimenti in produzione.


Prevista una crescita del 3% della produzione di idrocarburi e nel settore ga& power si stima un utile operativo adjusted a 0,3 miliardi di euro. Nel mid-downstream ENI ha segnalato di aver dimezzato a partire dal 2013 il breakeven nel business della raffinazione e marketing, portandolo a meno di 4 dollari al barile nel 2017, con la prospettiva di arrivare a 3 dollari alla fine dell'anno in corso.
Il piano di investimenti quadriennale prevede una spesa inferiore a 32 miliardi di euro, sostanzialmente invariata rispetto al precedente.

Prevedendo un prezzo del Brent costante a 60 dollari al barile, la generazione di cassa crescerà nei prossimi 4 anni, aumentando ulteriormente in caso di incremento del prezzo dell'oro nero. 
Per quest'anno ENI punta a registrare un flusso di cassa operativo di oltre 11 miliardi di euro, con un aumento di oltre 2 miliardi nel 2021 a parità di scenario.
Nel piano è contemplata inoltre una neutralità di cassa organica del dividendo di 55 dollari al barile nel 2018, in ulteriore riduzione a 50 dollari entro la fine del piano, grazie alla crescita di valore di tutte le aree di business.


Il business plan di ENI è stato accolto con favore dal mercato, come evidenziato dalla reazione positiva mostrata venerdì scorso dal titolo.

Le reazioni delle banche d'affari e i giudizi sul titolo 

Gli analisti di Equita SIM affermano che alcune indicazioni come la generazione di cassa netta e il dividendo sono risultate migliori delle loro aspettative.
Gli esperti stimano che il ritorno per gli azionisti sostenibile, dividendi più buy-back, sia pari pari a circa l'8,5% ai prezzi del close di venerdì scorso e ipotizzando un prezzo del Brent di 60 dollari al barile.
La raccomandazione su ENI viene confermata a "buy", con un prezzo obiettivo alzato da 17 a 17,5 euro, per tenere conto del miglioramento della generazione di cassa e per il maggior valore, rispetto alle stime degli analisti, realizzato sulla vendita del 10% di Zohr effettuato la settimana scorsa.


Secondo la SIM milanese i miglioramenti di redditività organici e uno scenario inflattivo sui prezzi degli idrocarburi non siano scontati dal titolo.
Un invito all'acquisto arriva anche da Kepler Cheuvreux che oggi ha reiterato il rating "buy", con un target price alzato da 16 a 16,5 euro.
Sulla scia del piano industriale presentato dal gruppo venerdì scorso, il broker ha deciso di rivedere al rialzo le stime sull'utile per azione di ENI del 5,3% per quest'anno e dell'8,4% per il prossimo.   
Anche Citigroup suggerisce di comprare il titolo con un fair value a 15,7 euro, dopo aver apprezzato in particolare l'annuncio relativo all'aumento del dividendo che secondo la banca americana è precursore di maggiori ritorni per gli azionisti nei prossimi anni.
A rivedere la valutazione sono stati i colleghi di Jefferies che da una parte hanno ribadito la raccomandazione "buy" su ENI e dall'altra hanno migliorato leggermente il prezzo obiettivo d 17,2 a 17,5 euro.

Il broker ha apprezzato l'aumento del dividendo e punta l'accento sulla robusta crescita della produzione upstream. 
Indicazioni bullish da Goldman Sachs che invita ad acquistare ENI con un target price a 20 euro, spiegando che il gruppo sta emergendo più forte dopo la ristrutturazione e ora torna alla crescita del dividendo.

Mediobanca e Bernstein hanno una raccomandazione "outperform"

Alla schiera degli analisti bullish si aggiungono anche quelli di Bernstein secondo cui il titolo può sovraperformare il mercato, con un fair value a 17 euro.

Il broker ha rivisto al rialzo le stime sull'utile per azione, alzandole dell'1% per quest'anno e del 5% per il prossimo.
Infine, anche Mediobanca Securities, al pari di Bernstein, ha un rating "outperform" su ENI, con un prezzo obiettivo migliorato da 20 a 21 euro. Secondo gli analisti il piano strategico rappresenta un momento fondamentale per ENi, per il quale hanno rivisto al rialzo del 5%-12% le stime dell'Ebit riferite al periodo 2018-2020 per via di una performance dell'upstream migliore delle attese grazie a maggiori volumi e ad un aumento della redditività.


Fonte: News Trend Online

giovedì 15 marzo 2018

Eni consolida record produzione gas nell'offshore dell'Egitto

Roma, 15 mar. (askanews) - Eni consolida la produzione record dal campo a gas di Nooros, nell'offshore dell'Egitto, che ha raggiunto 32 milioni di metri cubi di gas al giorno, corrispondenti a circa 215.000 barili di olio equivalente al giorno (boed). Questa produzione rappresenta il livello più alto mai raggiunto da un giacimento di Eni in Egitto negli ultimi 50 anni.
Questo importante risultato, sottolinea la società, è stato raggiunto a seguito dell'avvio del pozzo NW-7, il tredicesimo perforato in questo giacimento. Il livello di produzione è destinato ad essere ulteriormente migliorato a giugno 2018 quando entrerà in produzione anche il quattordicesimo pozzo, attualmente in perforazione, con il quale si raggiungeranno 34 milioni di metri cubi di gas al giorno, corrispondenti a circa 230.000 boed.
Nooros, scoperto nel luglio del 2015 nell'offshore del Delta del Nilo e messo in produzione in tempi record nell'agosto dello stesso anno, dunque in sole 4 settimane, è ad oggi il maggior campo produttivo a gas nel portfolio egiziano di Eni ed un caso di successo del modello integrato della società. La sua scoperta è infatti un brillante esempio della strategia esplorativa near field di Eni, finalizzata alla valorizzazione di riserve localizzate in prossimità di infrastrutture esistenti. Inoltre, grazie al contesto maturo e alla natura convenzionale del progetto, il suo sviluppo rappresenta un caso unico nell'industria oil & gas, superando ogni aspettativa in termini di tempi e risultati
Lo sviluppo del giacimento Nooros sarà ottimizzato a medio termine grazie all'estensione in corso della licenza di sviluppo che consentirà la realizzazione di nuovi investimenti. In particolare, l'installazione di una nuova dorsale che collegherà l'area di Nooros con l'impianto di trattamento a terra di El Gamil tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019, assicurando gli attuali livelli di produzione a medio termine e massimizzando le riserve recuperabili. Tale azione consentirà, inoltre, sia l'avvio del progetto di Baltim SW (dove Eni detiene una quota del 50% attraverso la controllata IEOC, mentre il restante 50% è detenuto da BP) sia la rapida messa in produzione del futuro potenziale esplorativo dell'area del Delta del Nilo.
Nella concessione Nile Delta, nella quale si trova Nooros, Eni detiene una quota del 75% attraverso la controllata IEOC Production BV, mentre il restante 25% è detenuto da BP. La società è presente in Egitto dal 1954 ed è il principale produttore del paese con una produzione equity di oltre 250.000 barili di olio equivalente al giorno.
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