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mercoledì 3 novembre 2021

Mancano i chip, Apple dimezza la produzione di iPad

 Mauro Speranza

Mancano i chip, Apple dimezza la produzione di iPad
Mancano i chip, Apple dimezza la produzione di iPad

La carenza globale di componenti avrebbe spinto Apple a tagliare del 50% la produzione dei suoi tablet con il fine di destinarne i pezzi all’ultimo modello di iPhone

La crisi globale dell’offerta di chip sta colpendo diversi settori, dalle auto alle società tecnologiche, e tra i grandi nomi che sta subendo questa situazione ci sarebbe anche Apple. Il quotidiano Nikkei, infatti, ha rivelato che la casa di Cupertino avrebbe tagliato la produzione di tablet iPad di circa la metà rispetto ai piani originali, allo scopo di destinare più componenti alla realizzazione degli iPhone13. Inoltre, anche le parti destinate ai precedenti modelli di smartphone sarebbero state trasferite al nuovo arrivato, secondo fonti del giornale asiatico.

UNA SITUAZIONE DIFFICILE

In un’intervista recente rilasciata al Financial Times, il direttore finanziario di Apple, Luca Maestri, ha parlato di perdite causate dalla carenza di chip calcolate nell’ordine di circa sei miliardi di dollari. A peggiorare la situazione in Asia è stata la nuova diffusione del coronavirus nel continente, spingendo alla chiusura diverse fabbriche nel corso degli ultimi mesi, mentre aumentava la domanda dei prodotti Apple a causa dell’uscita di scena di Huawei dal mercato internazionale. Le vendite di iPhone nel terzo trimestre in Cina sono aumentate dell’83%, con le vendite di smartphone che arrivate a circa 192 miliardi di dollari, mentre quelle dell’iPad hanno portato appena 32 miliardi di dollari, nonostante rappresentino un terzo della quota di mercato globale dei tablet. Anche alla luce dei risultati, Apple ha deciso di dare priorità alla produzione di iPhone 13, vista la previsione di una domanda più forte di smartphone rispetto a quella dei tablet anche nei prossimi mesi, replicando quanto avvenuto nel 2020, quando alcune parti dell’iPad vennero riassegnate all’iPhone 12.

UNA CRISI DESTINATA A CONTINUARE

Fino a questo momento, Apple aveva resistito alla crisi delle forniture di microchip meglio della concorrenza grazie al suo potere d’acquisto e agli accordi di fornitura di lungo termine, coprendo la quota di mercato lasciata libera dai suoi rivali, sia nel mercato degli smartphone che dei tablet. Con l’arrivo della stagione natalizia, però, la situazione inizia a peggiorare e l’impatto della crisi potrebbe essere ancora peggiore nel quarto trimestre dell’anno, in considerazione anche del periodo di vacanze che si avvicina. “Oggi il gap fra domanda e offerta è stimabile tra il 25% e il 30%”, spiega Jean-Marc Chery, AD di Stmicroelectronics, società produttrice di componenti elettronici e fornitrice di Apple, secondo il quale la situazione dovrebbe migliorare solo a partire da metà 2022, “senza però colmare del tutto il gap, che rimarrà del 15%”. La normalizzazione, conclude Chery, potrebbe arrivare solo nel 2023, “con maggior equilibrio nei segmenti principali del mercato”.

  http://www.financialounge.com/

mercoledì 4 novembre 2020

Il titolo di Apple è da comprare dopo il crollo del 20%?

 

Il titolo di Apple (NASDAQ:AAPL) sta registrando un percorso accidentato in questi giorni. Le azioni del famoso produttore di iPhone sono crollate di circa il 20% dal picco, chiudendo ieri a 108,77 dollari. Il titolo aveva raggiunto il massimo di chiusura di 52 settimane di 134,80 dollari il 1° settembre, ma ora sta registrando una performance inferiore a quella delle altre compagnie tech a mega-capitalizzazione.

AAPL Weekly TTM
AAPL Weekly TTM

Grafico settimanale AAPL sui 12 mesi precedenti (TTM)

 

Questo incantesimo ribassista di due mesi è avvenuto dopo che Apple è diventata la prima compagnia americana a superare i 2 mila miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato ad agosto. Da allora, ha perso 450 miliardi di dollari di valore, con gli investitori che hanno abbandonato le azioni del colosso tech con sede a Cupertino, California. Apple ora vale 1,85 mila miliardi di dollari, restando comunque la compagnia statunitense con più valore.

Nonostante l’incertezza legata alla corsa presidenziale USA e la possente nuova impennata del coronavirus abbiano fatto la loro parte in questo tonfo, gli investitori stanno inoltre diventando più preoccupati per la valutazione di Apple dopo il forte rally dal crollo dovuto alla pandemia a marzo.

Il titolo ha segnato un crollo di ben il 6,4% negli scambi intraday di venerdì, dopo che la compagnia ha riportato utili che hanno deluso alcuni investitori. Ha chiuso la settimana con un tonfo di oltre il 5,6%.

Dopo un ribasso di questa portata, per alcuni investitori è difficile resistere alla tentazione di “comprare sul calo”, soprattutto quando questa strategia ha ripagato bene più volte. Persino tenendo in conto l’ultimo selloff, il titolo di Apple ha dato ritorni del 260% negli ultimi cinque anni, compresi i dividendi.

Detto questo, ci sono chiaramente delle difficoltà a breve termine che pesano sul titolo di Apple e pensiamo che ci sarà altra debolezza prima che le azioni possano riprendersi. Ecco i fattori in gioco, secondo noi:

Indebolimento delle vendite di iPhone

L’ultimo report sugli utili della compagnia ha dimostrato che Apple fatica a vendere più iPhone, un aspetto cruciale per soddisfare le attuali previsioni rialziste degli analisti. Le vendite del prodotto più venduto della compagnia sono crollate del 21% nel quarto trimestre fiscale, con la pandemia che ha sconvolto la filiera globale, rinviando il lancio dei nuovi modelli.

Apple solitamente presenta i nuovi modelli di iPhone a settembre, con una spinta considerevole per le vendite del quarto trimestre. Quest’anno, i telefoni 5G sono stati messi in vendita dopo il 15 ottobre, mentre l’iPhone 12 mini e l’iPhone 12 Pro Max saranno disponibili per il preordine solo questa settimana.

Se Apple sarà in grado di riaccendere la crescita degli iPhone in questo trimestre, confermerà le stime rialziste di alcuni analisti, che credono che il prezzo competitivo dei nuovi modelli, il primo grande restyling in tre anni e l’attrattiva della maggiore velocità possano spingere gli utenti a cambiare telefono. Come ha scritto in una recente nota l’analista di Bernstein Toni Sacconaghi:

“Il succo della questione è semplice: i ricavi da iPhone dovranno crescere a doppia cifra nel primo trimestre fiscale, oppure il mese di marzo dovrà essere drasticamente più forte del solito affinché questo ciclo possa essere quel super-ciclo che gli investitori buy sembrano aspettarsi”.

Con le vendite di iPhone che restano deboli, gli investitori cominciano a preoccuparsi anche per il fatto che la crescita nella regione cinese, una delle più importanti della compagnia, sta rallentando. I ricavi dall’Asia sono crollati del 29% nell’ultimo trimestre, il minimo dal 2014.

Il primo dispositivo abilitato al 5G di Apple arriva tardi in Cina, dove i marchi locali offrono da tempo una gamma di dispositivi 5G. “Una battaglia cruciale per Apple si combatte sul mercato degli smartphone sui cui dominava prima di perdere terreno, negli ultimi anni, a favore di Huawei Technologies Co.”, si legge in una recente analisi del Wall Street Journal.

Malgrado queste difficoltà, i dirigenti di Apple restano ottimisti sul fatto che la compagnia sia sulla strada giusta per raggiungere gli obiettivi. Luca Maestri, direttore finanziario di Apple, ha riferito a Bloomberg Television che si aspetta che l’iPhone 12 Pro Max con il suo schermo più grande vada “incredibilmente bene” nella regione e che la compagnia è fiduciosa sulla crescita nella zona nel trimestre di dicembre.

Morale della favola

Ci sono pochi dubbi che la debolezza delle vendite di iPhone non sia il maggiore fattore che sta influendo negativamente sul titolo di Apple. Un’eventuale ripresa delle vendite dipenderà molto da come andrà la pandemia di COVID-19 e da quanto duramente colpirà l’economia globale.

Detto questo, Apple continua a restare la nostra scelta a lungo termine preferita, per via della resilienza delle altre attività della compagnia grazie alla sua strategia di diversificazione ed alle sue straordinarie capacità di innovazione.

venerdì 4 settembre 2020

Forte ribasso di Apple: nient’altro che un calo su cui comprare?

 

Dopo aver cominciato la settimana con lo split 4x1, che ha spinto le sue azioni già alle stelle ad un nuovo record, Apple (NASDAQ:NASDAQ:AAPL) è crollato ieri, nonostante l’indice S&P 500 abbia registrato il balzo maggiore in quasi due mesi. Sembra che gli investitori stiano incassando sui titoli con una valutazione molto alta, a favore di azioni che non erano le beniamine dei mercati nei primi mesi della pandemia.

Si potrebbe pensare che questa mossa sia stata dettata dalla confluenza di due fondamentali: la convinzione che la liquidità della Fed spingerà i prezzi dei titoli e che, insieme ad un potenziale vaccino, riporterà i mercati alla normalità, fornendo ai titoli non-tech ulteriore spazio di crescita.

In effetti, la disparità tra il settore tecnologico ed il mercato generale è considerevole: l’indice S&P 500 è salito del 10,8% sull’anno in corso, mentre il NASDAQ 100 è schizzato del 42% nello stesso periodo, quasi 4 volte di più. E, ovviamente, avendo aggiunto fino all’87% del valore prima del ribasso di ieri, Apple si trova in cima alla piramide delle compagnie USA con la valutazione più alta, con una capitalizzazione di mercato di oltre 2 mila miliardi di dollari, la prima compagnia statunitense a raggiungere questa pietra miliare.

Il fatto che Apple abbia raggiunto questo traguardo durante la peggiore pandemia globale degli ultimi 100 anni testimonia la capacità del produttore di iPhone di vendere i suoi prodotti persino durante sconvolgimenti ed incertezze economiche. Malgrado il tonfo di ieri, il titolo continua a segnare un’impennata del 75,6% sull’anno in corso.

Inoltre, sebbene gli analisti di JP Morgan (NYSE:JPM) ritengano che “gli investitori hanno ampiamente riconosciuto la ricca valutazione del titolo di Apple”, la banca vede ulteriore spazio di crescita per le azioni. JP Morgan ha infatti alzato il prezzo obiettivo a 150 dollari, da 115 dollari valutato sullo split.

Quindi, il crollo di ieri è stato un elemento di svolta per il titolo? Forse, ma non possiamo saperlo con certezza a questo punto.

Sebbene le valutazioni sicuramente abbiano importanza sul lungo termine, Apple si trova ancora in un trend rialzista e, fino a quando non si invertirà, ci sono alte probabilità che continuerà a salire. Perciò, da una prospettiva di trading, consideriamo quanto avvenuto ieri un’opportunità di comprare sul calo.

AAPL Daily
AAPL Daily

Per quanto drastico sia stato il crollo di ieri, ha trovato supporto sia ad un pennant, rialzista dopo il balzo di 13 dollari in tre sedute, che al bottom del suo canale ascendente dal 24 luglio.

Notiamo che il volume è schizzato nel precedente rialzo al range a forma di pennant, in cui nuovi tori hanno preso il posto di quelli stanchi ma sazi che hanno voluto incassare. Il crollo di ieri è avvenuto su un volume considerevolmente inferiore, dimostrando quale direzione attrae ampia partecipazione e dove si trova in realtà lo sprint, cioè verso il rialzo.

Una forte mossa di ritorno dopo il breakout di un pattern di continuazione è classica, in quanto vengono innescati lo scoppio iniziale acceso da una short squeeze e numerosi ordini buy in attesa di un breakout, e poi vi è l’incasso. Di conseguenza, la consideriamo semplicemente un’opportunità di acquisto.

Strategie di trading

trader conservatori potrebbero volere ulteriore prova di prevalenza della domanda, con almeno una candela verde lunga, se non aspettare che il prezzo neutralizzi la candela rossa lunga di ieri.

trader moderati potrebbero aspettare la riconferma di supporto ma potrebbero anche entrare con un calo maggiore, intenzionati a rischiare la piccola esposizione, essendo vicini al supporto del pennant.

trader aggressivi probabilmente entreranno immediatamente, gestendo l’impatto della loro tempistica su un rapporto rischio-ricompensa che sia adatto alla loro tolleranza.

Esempio di trading aggressivo

  • Entrata: 130 dollari
  • Stop-Loss: 127 dollari
  • Rischio: 3 dollari
  • Obiettivo: 139 dollari, obiettivo implicito del pattern
  • Ricompensa: 9 dollari
  • Rapporto di rischio-ricompensa: 1:3

Nota dell’autore: Questo scambio può fallire. Se il vostro profilo o temperamento non riesce a sopportare questa perdita, non fatelo. Non possiamo sapere se avrà successo. Ci limitiamo a scommettere sulle probabilità che si verifichino le solite dinamiche del mercato.

Accettiamo il fatto che alcuni dei nostri scambi perderanno e puntiamo a far sì che il trading complessivo copra queste perdite e generi un profitto. Di conseguenza, entrate solo in scambi di cui comprendete e accettate i rischi e a cui riuscite a sopravvivere per fare trading per un altro giorno … o per altri 10.

mercoledì 29 gennaio 2020

Apple batte le stime sugli utili, ecco il trading consigliato

In base al report di ieri, la stagione degli utili delle feste di Apple (NASDAQ:AAPL) ha segnato nuovi record e l’iconico iPhone della compagnia, la cui popolarità si pensava stesse svanendo, è tornato alla carica.
Apple (NASDAQ:AAPL) rimbalza di 6,22 dollari, o dell’1,96%, negli scambi premarket. Ha battuto le attese sia per quanto riguarda gli utili per azione, pari a 4,99 dollari (dai 4,54 dollari previsti), che i ricavi, con 91,82 miliardi di dollari rispetto agli 88,38 miliardi previsti. Inoltre, su 26 pubblicazioni sugli EPS, la compagnia ha deluso le aspettative solo una volta. Ancor più straordinario il fatto che i risultati abbiano battuto entrambe le letture dello stesso trimestre dell’anno prima.
Sebbene i mercati avessero dato per spacciato l’iPhone, i ricavi dalle vendite di smartphone rappresentano più della metà delle vendite della compagnia. Quest’anno hanno totalizzato 55,96 miliardi di dollari, con un incremento su base annua di oltre il 7%.
Inoltre, la direzione ha presentato prospettive positive, indicando al contempo che la diffusione del coronavirus in Cina le dà meno visibilità di quanta ne avrebbe normalmente.
Ovviamente, eventi fondamentali come timori geopolitici, previsioni negative future o passi falsi nelle dichiarazioni della Fed e di altre banche centrali di alto profilo potrebbero pesare sui mercati, compreso il titolo di Apple (NASDAQ:AAPL). Ma, al momento, almeno in base ai segnali tecnici, il titolo sembra destinato ad una performance superiore.
Apple Daily
Apple Daily
Tra i titoli tech che hanno finora pubblicato gli utili, il titolo di Apple (NASDAQ:AAPL) è andato bene durante il generale selloff. Amazon (NASDAQ:AMZN) è crollato del 4,45%, sebbene il rally di ieri abbia ridotto la perdita al 2,69%. Facebook (NASDAQ:FB) ha segnato un crollo del 4,13%, anche se la ripresa di ieri l’ha ridotto al 2,02%. Microsoft (NASDAQ:MSFT) ha visto un tonfo del 2,88%, diminuito allo 0,98% ieri.
Apple (NASDAQ:AAPL), invece, crollato del 3,28% dal massimo storico di 323,32 dollari del 24 gennaio, ha ormai recuperato quasi tutte le perdite. Il prezzo è tornato sopra la più recente linea di trend in salita dal minimo del 3 dicembre.
Ieri, in vista del report sugli utili, si trovava comodamente allo 0,48% al di sotto del suo record. Gli scambi premarket suggeriscono che oggi sarà registrato un nuovo record durante la seduta statunitense.
Detto questo, sia l’indice RSI che la MACD hanno visto un picco, fornendo segnali sell. Di conseguenza, i trader conservatori dovrebbero restare alla larga dall’imminente rally prima che il prezzo torni alla linea di trend in salita.
Strategie di trading
trader conservatori dovrebbero aspettare un ritorno ad almeno 250 dollari, e poi attendere una prova della domanda.
trader moderati potrebbero andare long su una correzione intorno al livello di 300 dollari, su un segnale di consolidamento.
trader aggressivi potrebbero entrare con una posizione short contraria dopo aver riconosciuto una resistenza nel corso della seduta.
Esempio di trading - posizione corta
  • Entrata: 325 dollari
  • Stop-Loss: 330 dollari
  • Rischio: 5 dollari
  • Obiettivo: 310 dollari
  • Ricompensa: 15 dollari
  • Rapporto di rischio-ricompensa: 1:3
  • lunedì 4 febbraio 2019

    Apple a un punto morto?


    Una delle più grandi capitalizzate al mondo ha forse sbagliato la sua strategia di investimento? Può essere, sta di fatto che Apple è al centro dei dubbi della comunità degli analisti di Wall Street.

    Il motivo?

    Invece di investire quell’inesauribile fiume di denaro in ricerca, gran parte è stato indirizzato verso enorme strategie di buyback.
    risultato: ciò che è stato ideato da Cupertino non è stato in grado di portare la solita “rivoluzione Apple” che tutti si aspettavano. A ricordarlo è anche Jeremy Bowman che ricorda come Apple abbia concentrato gran parte delle sue entrate su un solo prodotto, l’iPhone.

    Per giunta facilmente replicabile dai competitor. E così è stato. Tanto che addirittura gli avversari non solo lo hanno replicato ma addirittura migliorato con un’offerta economicamente più vantaggiosa. Adesso Tim Cook, CEO della società, si trova di fronte ad un bivio: trovare qualcosa di nuovo oppure sfruttare i 900 milioni di iPhone al mondo attraverso i servizi che si possono fornire sul telefonino.

    La saturazione del mercato

    Ma c’è anche un altro problema: il mercato è in saturazione.

    Quindi c'è poco spazio per la crescita delle vendite di iPhone anche perché dopo 12 anni di evoluzione, le modifiche apportate da ogni nuovo modello del dispositivo sono diventate così specifiche da essere praticamente prive di significato. Da qui i cicli di ricambio sempre più lunghi perché i consumatori non vedevano nessun motivo per cui comprare modelli nuovi e costosissimi per avere migliorie tecniche minimali.
    Ecco spiegato perché la scorsa settimana, Apple ha registrato il suo primo trimestre di ricavi e profitti in calo: il fatturato è sceso del 5%, in gran parte a causa del calo del 15% delle vendite di iPhone. Anche l'utile netto è leggermente diminuito, sebbene l'utile per azione sia aumentati, ma solo per i suddetti piani di buyback.

    La debolezza in Cina è stata citata come la ragione del calo delle vendite di iPhone, ma ci sono segnali di affaticamento ormai in tutto il mondo.   

    I precedenti 

    Guardando indietro l’analista cita grandi esempi di chi, dopo aver rivoluzionato il settore, è tristemente decaduto: Sony con il Walkman e la televisione ha dominato l'elettronica di consumo per tutta la fine del 900, Blackberry ha  battuto Apple sul mercato degli smartphone, ma è stata a sua volta distrutta dall'iPhone.

    Senza nemmeno citare Nokia che è stata la società che, di fatto, ha portato il cellulare in mano a tutti noi. Salvo poi diventare un dinosauro che sta tentando di ritrovare nuova vita in altri settori. L’epoca d’oro di Apple, quando lanciò l’iPad, dimostrava la capacità visionaria di Steve Jobs.
    Adesso, invece, nell'era di Tim Cook (iniziata nel 2011), gli unici significativi nuovi prodotti lanciati da Apple sono Airpods e Apple Watch, per lo più prodotti complementari per l'iPhone. LO stesso dicasi per Apple TV, Homepod, Airpods e Apple Watch, a malapena il 10% delle entrate che l'iPhone ha prodotto lo scorso anno.

    Evidentemente, adesso la vera sfida è un’altra: la Apple di Tim Cook si è concentrata principalmente sullo sviluppo del suo segmento di servizi anche per riuscire a sviluppare un flusso di entrate potenzialmente prevedibili.

    Fonte: News Trend Online

    giovedì 10 gennaio 2019

    Apple è un dividendo appetibile?


    Le traversie di Apple (NASDAQ: AAPL) non sembrano avere fine. Dopo il taglio delle stime di vendita a causa del rallentamento in Cina sono arrivate recentemente altre cifre non esaltanti.

    Il calo dell'azienda

    Il primo trimestre fiscale 2019 invece di vedersi confermati i ricavi previsti tra $ 89 miliardi e $ 93 miliardi ha parlato di un livello di 84 miliardi.
    Al di sotto anche dei 91 previsti dagli analisti. A queste si aggiungano anche quelle relative alla produzione del nuovo iPhone che vedrà un taglio della produzione del 10% già dal primo trimestre. La colpa? Secondo quanto riferito da Tim Cook, Ceo della compagnia, l’imprevisto rallentamento della Greater China, cioè la zona asiatica comprendente collettivamente tutti i territori amministrati dalla Cina (quindi Cina continentale, Hong Kong, Macao e Taiwan).

    Ma il trimestre deludente potrebbe vedere una ripresa del dividendo. Per questo, Daniel Sparks sottolinea tre ragioni per cui l’appetibilità potrebbe essere crescente.

    Perchè puntare su Apple? 

    Il rendimento dei dividendi di Apple è più convincente.
    Le cifre  e le parole di Sparks non lasciano dubbi. Con un rialzo dal massimo di 52 settimane il dividendo del gigante tecnologico è aumentato drasticamente. Quando il titolo era scambiato intorno a $ 230, il suo rendimento da dividendi era di circa l'1,2%. Oggi, tuttavia, il rendimento da dividendi si attesta all'1,9%.

    L'ultima volta che Apple ha avuto un rendimento da dividendi così basso è stato all'inizio del 2017. Un altro motivo per cui puntare sul titolo è il flusso di cassa. Ancora forte nonostante le revisioni al ribasso e i tagli sulla produzione, la redditività può ancora permettersi ampiamente di reggere il dividendo.
    Al 29 settembre 2018, il free cash flow è stato di $ 64 miliardi, in crescita dai precedenti $ 51 miliardi registrati al 30 settembre 2017, dei citati 64 miliardi, solo $ 13,7 miliardi sono andati ai  dividendi. Da qui il terzo motivo che ha spinto Sparks a evidenziare Apple tra i titoli degni di interesse: un possibile aumento della cedola.

    Il futuro catalizzatore

    Sebbene il suo 1,9% sia in aumento rispetto al passato, resta comunque inferiore alla media dell’S&P 500 fissata al 2,1%.

    Ma Apple compensa il suo scarso rendimento da dividendo con un forte potenziale di crescita futura propria nella cedola degli azionisti. Anche in questo caso sono i numeri a parlare: il payout ratio non va oltre 23%, il che permette di pensare ad un possibile, futuro aumento del regalo agli azionisti.

    Anche perchè quello di potenziare la cedola è un trend che si è evidenziato nel tempo. Dal 2012, anno in cui l’azienda ha ripristinato le scadenze, infatti, l’aumento medio è stato dell’11,6% annuo. 
    Non solo. Il prossimo catalizzatore della crescita dell’azienda sembra essere focalizzato sul business dei servizi.

    In altre parole: le entrate di iTunes, App Store e altri servizi come Apple Music, AppleCare, abbonamenti di archiviazione iCloud e il nuovo Apple Pay. Si tratta di un segmento, quello dei servizi che, come sottolineato dalla società non è esposto alla volatilità. Tutto questo permette di avere quindi un catalizzatore più stabile e più affidabile per Apple.
    Fonte: News Trend Online

    lunedì 7 gennaio 2019

    Apple sempre più giù

    Negli ultimi mesi Apple si è era protagonista di un grande calo, di quasi il 40% dai massimi.
    Per farsi un’idea delle dimensioni di Apple, è sufficiente sapere che nell’Agosto dell’anno scorso è stata la prima società a raggiungere e superare i mille miliardi di dollari di capitalizzazione.
    Ne deriva una forte incidenza, al rialzo quanto al ribasso, sulla borsa americana.
    Agosto 2018 quindi che, guarda caso, coincide col mese in cui l’amministratore delegato Tim Cook liquidò una bella fetta dei titoli a sè intestati, incassando 57,6 milioni di dollari.
    Peccato che certe notizie sono sempre diffuse con grave ritardo.
    Ad ogni modo, per curiosità sono andato ad osservare il grafico:
    In passato s’è spiegato come nell’impostazione delle medie mobili sia bene scegliere quelle che nel caso specifico dimostrano d’essere più ‘sentite’ dai prezzi.
    APPLE
    Si osservi come Apple negli anni abbia dimostrato grande rispetto per la media mobile a 50 mesi.
    Tale media, infatti, ha respinto le violente pressioni ribassiste nel 2008-2009, nel 2013 e nel 2016.
    In tutti i precedenti l’RSI a 14 mesi ha toccato un minimo tra 40 e 44.
    Ciò premesso, si noti dal grafico come la forte discesa del colosso americano abbia portato i prezzi proprio a contatto dell’area intorno alla media mobile a 50 mesi e l’RSI a 44.
    Senza azzardare previsioni, la tenuta di tale area dovrebbe anticipare un buon rimbalzo (ripeto, rimbalzo), mentre il cedimento un ulteriore accelerazione ribassista.
    Il tutto, ovviamente, avrebbe riflessi sulla borsa americana.

    giovedì 3 gennaio 2019

    Apple, azioni in picchiata



    Apple, azioni in picchiata

    webinfo@adnkronos.com

    Apple precipita in Borsa. La "domanda di iPhone sul mercato" è in declino e il gigante di Cupertino ha annunciato di volere rivedere al ribasso le stime dei suoi ricavi per il primo trimestre fiscale 2019, conclusosi il 29 dicembre dello scorso anno. Annuncio che ha provocato il crollo delle azioni del gigante tecnologico statunitense di circa il 9% poco dopo la campana di apertura dei mercati azionari statunitensi con conseguenti forti perdite sulla Borsa di Wall Street: l'indice Dow Jones cede il 2,60% a 22.738 punti, il Nasdaq segna -2,77% a 6.482 punti. 
    In una lettera agli investitori, il Ceo di Apple, Tim Cook, ha sottolineato che la contrazione del mercato degli smartphone in Cina è stata "particolarmente acuta". "Mentre il clima di crescente incertezza ha gravato sul mercato finanziario" della Cina, "gli effetti si sono fatti sentire anche sui consumatori, con il calo delle presenze nei nostri negozi al dettaglio" ha detto Cook, ipotizzando un simile scenario anche per gli stessi competitor cinesi. Da qui, il taglio di Apple delle sue stime del Q1 a 84 miliardi di dollari Usa, circa il 9% in meno rispetto all'obiettivo previsto di circa 91,3 miliardi di dollari. Nella lettera, il Ceo del colosso di Cupertino ha evidenziato che "oltre il 100% del calo delle nostre entrate mondiali su base annua si è verificato nella Grande Cina" e riguarda i dispositivi "iPhone, Mac e iPad". 
    Anche gli aggiornamenti ai nuovi modelli di iPhone sono stati "non così forti come pensavamo che sarebbero stati" ha aggiunto Cook che ha addotto tra i motivi della revisione delle stime sui ricavi anche gli aumenti dei prezzi derivanti da un dollaro Usa più forte e lo sconto notevole praticato per le sostituzioni di batterie iPhone. E ha parlato anche di una forte concorrenza da parte di molti rivali cinesi, tra cui Huawei e Xiaomi, i cui smartphone sono molto più economici degli iPhone. I modelli top di gamma Apple, come iPhone XS Max, che sono stati rilasciati nell'autunno 2018 e venduti per oltre 1.000 dollari, sono molto più costosi della maggior parte dei telefoni cellulari prodotti in Cina venduti sul mercato locale.  

    mercoledì 2 maggio 2018

    Apple: conti sopra le stime. Lancia piano buyback da 100 mld Usd

    New York, 2 mag. (askanews) - Utili e ricavi migliori del previsto. Una ripresa del mercato cinese. Un numero di iPhone consegnati sotto le stime. Vendite record per i servizi. E una distribuzione di capitali a beneficio dei soci con un aumento della cedola trimestrale del 16% a 0,73 dollari e il lancio di un nuovo piano di riacquisto di azioni proprie da 100 miliardi di dollari. Si è chiuso così quello che per Apple è stato un secondo trimestre fiscale record.
    Mai tra gennaio e marzo il colosso tecnologico aveva registrato ricavi pari a 61,14 miliardi, in rialzo del 16% annuo e sopra le previsioni degli analisti per 60,9 miliardi. E mai aveva messo a segno in quel periodo utili pari a 13,82 miliardi, in rialzo dagli 11 miliardi dello stesso periodo del 2017.
    Nei tre mesi al 31 marzo, Apple ha venduto 52,2 milioni di iPhone, in aumento del 3% annuo ma sotto i 53 milioni attesi dal mercato. Con lo smartphone, il gruppo ha generato 38 miliardi di fatturato (+14% annuo), meno dei 39,1 miliardi delle stime. In una call a commento dei conti, il Ceo Tim Cook ha cercato di tranquillizzare chi teme che il mercato degli smartphone sia ormai saturo. Per lui si tratta "del migliore mercato della storia che un'azienda che produce beni al consumo possa avere". La sfida sta nel convincere le persone che vogliono cambiare smartphone a scegliere un'iPhone.
    Nel segmento "servizi" - che comprende App Store, AppleCare e Apple Pay e Apple Music - i ricavi hanno superato per la prima volta i 9 miliardi di dollari registrando un +31% annuo. Bene anche la categoria "altri prodotti", quella che comprende tra gli altri l'Apple Watch, l'Apple TV, i prodotti Beats, l'iPod, le cuffie wireless AirPods: in questo caso il fatturato è cresciuto del 38% annuo a 3,954 miliardi di dollari.
    A livello geografico, le Americhe hanno continuato a generare la maggior parte dei ricavi (24,8 miliardi, +17% annuo) seguite da Europa (13,8 miliardi, +9%) e Greater China. Nella regione che comprende Cina, Hong Kong e Taiwan il fatturato è aumentato del 21% a 13,024 miliardi, il secondo migliore risultato per il secondo trimestre fiscale dal 2015. Anche sulla Cina, Cook ha voluto tranquillizzare chi teme una forte competizione: per lui è un "Paese fenomenale con molte opportunità. E' un bel mercato nei confronti del quale siamo molto bullish". Il successore di Tim Cook, inoltre, non teme le tensioni commerciali tra Usa e Cina. "Sono ottimista", ha detto agli analisti. Per il Ceo di Apple, alla fine prevarrà la tesi secondo cui "la Cina vince solo se gli Usa vincono. Gli Usa vincono solo se la Cina vince. E il mondo vince solo se tutti e due i Paesi vincono".
    Il titolo Apple ieri aveva chiuso la seduta in aumento del 2,3% a 169,10 dollari. Nel dopo mercato ha guadagnato oltre il 3%.  A24/Spa

    giovedì 8 febbraio 2018

    iPhone: ecco come funziona il controllo batteria

    In primavera, con l’arrivo di iOS 11.3 gli utenti di iPhone avranno un maggior controllo sullo stato della batteria e sull’impatto della gestione energetica sulle prestazioni. (Credits – Apple)
    Ha tenuto banco per settimane lo scandalo sull’usura delle batterie dell’iPhone e sul presunto calo prestazione che l’Apple forza sui suoi smartphone con il passare del tempo. E nonostante le vendite siano in crescita, la società di Cupertino ha deciso di garantire in futuro un maggior controllo da parte degli utenti sull’usura della batteria del loro iPhone.
    In primavera, con l’arrivo di iOS 11.3 gli utenti di iPhone avranno un maggior controllo sullo stato della batteria e sull’impatto della gestione energetica sulle prestazioni e la Apple ha anticipato le funzionalità che gli utenti troveranno tra qualche mese. Con l’arrivo del nuovo sistema operativo comparirà il nuovo menu “Stato Batteria”, raggiungibile da Impostazioni > Batteria. Ovviamente le batterie ancora nuove hanno una capacità massima mostrata del 100%, mentre con l’invecchiamento del componente la percentuale inizierà a scendere.
    Secondo Apple le batterie dell’iPhone hanno “fino all’80% della capacità originale dopo 500 cicli di ricarica completi”. Ma cosa può, o deve, fare un utente quando la batteria risulterà deteriorata? In alcuni modelli una batteria deteriorata può influire su una cattiva gestione dei picchi di richiesta energetica, con il rischio di uno spegnimento improvviso. Proprio per evitare questa eventualità Apple era intervenuta autonomamente sulla gestione delle funzionalità, creando lo scandalo che tutti conosciamo.
    Ora, con l’arrivo dell’iOS 11.3, invece sarà possibile tenere sotto controllo questa funzionalità e sapere in ogni momento se la gestione delle prestazioni è attiva oppure no. Nel menu Stato Batteria apparirà la scritta “Si è verificato l’arresto improvviso di iPhone perché la batteria non è stata in grado di assicurare la potenza di picco necessaria. Per impedire che il problema si verifichi di nuovo, è stato attuato un sistema di gestione delle prestazioni”. Ora, a differenza del passato, potremo disattivare il sistema di gestione delle prestazioni e, dunque, nonostante la batteria usurata non avremo cali prestazionali. Attenzione, però, perché nei dispositivi già in uso che verranno aggiornati a iOS 11.3 l’opzione inizialmente non sarà attiva ed entrerà in funzione solo in caso di necessità.
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