di Tommaso Gallavotti
I capi di Stato e di governo dell'Ue si apprestano a riunirsi oggi in videoconferenza per cercare un accordo su ulteriori misure volte a consentire agli Stati membri di dare risposte all'altezza della crisi che si sta abbattendo sull'Europa, a causa del coronavirus Sars-Cov-2 e del progressivo blocco, o rallentamento, delle attività produttive provocato dalla stretta indispensabile per imbrigliare l'epidemia e dare così modo ai sistemi sanitari di salvare più vite possibili.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, insieme ad altri otto leader Ue (Belgio, Francia, Spagna, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Slovenia) ha diffuso una lettera al presidente del Consiglio Europeo Charles Michel in cui viene auspicata una risposta europea "poderosa, coesa e tempestiva" anche sul piano economico-finanziario, con la creazione di uno "strumento di debito comune emesso da un'istituzione dell'Ue".
E' vero, come ha detto ieri Michel alla tv belga Ln24, che l'Unione ha storicamente "spesso" fatto passi avanti "dopo delle crisi". Questa volta però potrebbe essere ancora più difficile. Sul piatto ci sarebbero essenzialmente due possibilità, illustrate martedì sera dal presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno, dal commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni e dal direttore del Mes Klaus Regling al termine dell'Eurogruppo.
La prima sono le Eccl (Enhanced Conditions Credit Lines, linee di credito a condizioni rafforzate) del Mes, linee di credito che avrebbero una dimensione del 2% del Pil del Paese richiedente (per l'Italia circa 36 mld di euro).
Sarebbero a disposizione di tutti gli Stati, ma la scelta se richiederle e attivarle spetterebbe a ciascun Paese (cosa che comporta il rischio dello 'stigma' dei mercati). Funzionerebbero come un 'backstop', una garanzia aggiuntiva, contro attacchi speculativi, in un momento in cui in diversi Paesi contano i morti a migliaia, in particolare nel Nord Italia, a Madrid e nell'est della Francia.
La condizionalità delle Eccl sarebbe minima, ha spiegato Centeno: a breve termine, il Paese deve utilizzare le risorse "specificamente per i costi della risposta all'epidemia di Covid-19, inclusi i costi sanitari e i costi economici sostenuti".
Nel lungo termine, ha aggiunto Centeno, "gli Stati membri dovrebbero concentrarsi sull'assicurare un percorso sostenibile" di finanza pubblica. Su questo approccio, ha detto, c'è un "largo consenso", che non vuol dire l'unanimità. Per questo la palla passa ai leader, cioè al massimo livello politico.
Secondo una fonte, sulle Eccl le posizioni tra le parti restano distanti. L'altra opzione resta quella, eterna, degli eurobond, o coronabond, cioè emissioni di debito comune garantite dai Paesi in solido, cui ha aperto anche la presidente della Bce Christine Lagarde, pur senza elaborare troppo. Ci sarebbero anche opzioni intermedie, e nell'Ue c'è chi ci lavora: un safe asset europeo, la cui mancanza è il vero tallone d'Achille dell'architettura dell'Eurozona (oggi c'è solo il Bund, la 'carta' tedesca, che non a caso ha rendimenti negativi), può anche essere diverso da un eurobond, termine che attiva un 'frame' preciso e che scatena reazioni negative a nord.
In ogni caso, gli eurobond restano materiale radioattivo per i Paesi rigoristi: comporta la mutualizzazione del debito, cioè la garanzia comune dei debiti dei Paesi del Sud, Italia in primis, da parte dei nordici. Si sa che in tedesco la parola Schuld significa sia "debito" che "colpa".
E' una prospettiva non facile da far digerire agli elettori tedeschi ed olandesi, esasperati, dal loro punto di vista, da quella che percepiscono, anche perché così viene raccontata, come un'inerzia decennale della politica italiana, che non ha riformato il Paese, da anni fanalino di coda nelle performance economiche dell'area euro, che è un'unione monetaria, con diritti e doveri.
Tant'è che martedì Gentiloni sui cosiddetti 'coronabond' è stato cauto: "Sono uno degli strumenti che potremmo avere sul tavolo" per contrastare la crisi prodotta dalla Covid-19, ha detto, ma "dobbiamo continuare la discussione e raggiungere un livello di consenso" su questo strumento. Consenso che ancora non c'è.
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