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Solo il Dow Jones in rialzo. Il
petrolio frena Wall Street
Seduta contrastata per Wall
Street, che vive una giornata a due velocità. Da una parte ci sono i
netti guadagni dei titoli finanziari: Financials segna un rialzo
dell'1,80% con sette dei dieci migliori titoli dell'S&P 500 che fanno
parte del comparto. Dall'altra il declino dell'1,18% dell'Energy, dopo il
crollo del 4,2% del Wti (fermatosi appena sopra 68 dollari il barile) in
scia alle parole del ministro del Tesoro Steve Mnuchin (possibilista sul
fatto che alcuni importatori possano ricevere deroghe per continuare ad
acquistare forniture dall'Iran, nonostante le sanzioni Usa contro
Teheran) ma soprattutto a causa della riapertura dei porti della Libia e
a indicazioni per un aumento della produzione da parte tra l'altro della
Russia. Il risultato è stato un Dow Jones Industrial Average in rialzo
dello 0,18% a 25.064,36 punti, contro perdite dello 0,10% e dello 0,26%
rispettivamente per S&P 500 (a 2.798,43 punti) e Nasdaq (7.805,72
punti).
Dopo il passo falso di venerdì,
con le prime trimestrali del settore, i finanziari rimbalzano sulla
pubblicazione dei conti di Bank of America (BofA), che batte le attese
del mercato grazie a spese più basse e alla crescita di depositi e
prestiti. BofA chiuderà poi in rally del 4,31% spingendo Jp Morgan Chase
(che guadagna il 3,97%) e Goldman Sachs (2,22%) in vetta al Dow Jones. La
sessione è invece negativa anche per l'It, con il settore Technology che
perde lo 0,35% nonostante il progresso dell'1,91% di Advanced Micro
Devices (Amd), dopo che Stifel Nicolaus ha alzato il target price sul
titolo del produttore di chip. Sul comparto pesano le perdite, per quanto
moderate, dei giganti Intel e Microsoft, tra i peggiori del Dow Jones.
Tra gli altri titoli, da segnalare il rally del 10,47% di Arconic, dopo
che il Wall Street Journal aveva riportato che Apollo Global Management
sarebbe uno dei private interessati al buyout del gruppo della
Pennsylvania.
MERCATI ASIATICI
Asia contrastata ma a Tokyo il
Nikkei 225 guadagna lo 0,44%
Dopo un avvio d'ottava misto per
Wall Street (dei tre maggiori indici Usa solo il Dow Jones Industrial
Average aveva chiuso in positivo lunedì, con un rialzo dello 0,18%), alla
riapertura degli scambi in Asia la tendenza rimane contrastata con il
petrolio che resta il principale fattore ribassista, come già accaduto a
New York. Il Wti è poco mosso (mentre il Brent è in crescita di circa lo
0,50%) ma è reduce dal crollo del 4,2% della precedente sessione, in scia
alle parole del ministro del Tesoro Usa Steve Mnuchin (possibilista sul
fatto che alcuni importatori possano ricevere deroghe per continuare ad
acquistare forniture dall'Iran, nonostante le sanzioni di Washington
contro Teheran), alla riapertura dei porti della Libia e a indicazioni
per un aumento della produzione da parte tra l'altro della Russia.
L'andamento dei mercati azionari è complessivamente negativo, come
confermato dalla perdita intorno allo 0,30% dell'indice Msci Asia-Pa
cific, Giappone escluso.
Sul fronte macroeconomico, nei 12
mesi al 30 giugno l’incremento dei prezzi delle case in Cina è stato del
5,0% annuo, in accelerazione rispetto al 4,7% di aprile e maggio (4,9% in
marzo). Secondo i calcoli di Reuters, su base mensile il progresso è
invece stato dell'1,0% in giugno, contro lo 0,7% di maggio (0,5% in
aprile) e con il tasso di crescita più elevato dall'ottobre 2016. Sui
listini prevalgono comunque i timori legati al rallentamento del Pil di
Pechino nel secondo trimestre e, con perdite significative per i
petroliferi (PetroChina è in flessione di quasi il 3% a Shanghai), a
circa un'ora un'ora dallo stop alle contrattazioni Shanghai Composite e
Shanghai Shenzhen Csi 300 sono in contrazione di oltre l'1% entrambi,
contro un declino marginalmente inferiore per lo Shenzhen Composite. Male
anche Hong Kong: l'Hang Seng perde infatti circa l'1,20% (fa poco peggio
l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento
nell&rsq uo;ex colonia britannica per la Corporate China, in calo
intorno all'1,30%).
Sul fronte valutario, il Bloomberg
Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti
delle altre dieci principali monete, recupera parte del terreno perduto
mentre il parallelo deprezzamento dello yen sul biglietto verde contribuisce
al positivo avvio d'ottava per Tokyo (la piazza nipponica era rimasta
chiusa lunedì per la celebrazione dell’Umi no Hi, il Giorno dell’oceano).
Il Nikkei 225 guadagna infatti in chiusura lo 0,44% (fa decisamente
meglio l'indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,87%). Declino
intorno allo 0,10% per il Kospi di Seoul, mentre a Sydney è dello 0,61%
la contrazione dell'S&P/ASX 200 al termine degli scambi.
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MERCATI EUROPEI
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Borse europeo in calo in avvio di
seduta
Avvio di seduta in ripiegamento
per l’azionario europeo. Il Dax tedesco cede lo 0,29% e il Cac francese
lo 0,43% mentre il Ftse 100 britannico segna un ribasso dello 0,13 per
cento. Male anche l’Ibex spagnolo (0,39%) e Ftse Mib italiano (-0,37%).
Cresce l’attesa per il discorso
che oggi Jerome Powell, numero uno della Fed, terrà alla prevista
audizione al Senato Usa. I mercati si attendono spunti sulle tensioni
commerciali incoraggiate dagli Stati Uniti, sullo stato di salute del
sistema finanziario statunitense dopo gli stress test e su quello
dell’economia in generale anche in vista delle prossime mosse nel campo
della politica monetaria. Ieri l’Fmi ha confermate la attese di una
crescita del Pil mondiale del 3,9% quest’anno e il prossimo ma ha ridotto
le stime sul Pil italiano e prevede nei prossimi anni un rallentamento
per gli States, mentre i rischi al ribasso si moltiplicano. La politica
monetaria della Fed sarà un driver di peso anche per gli effetti sul
dollaro e quindi sul costo dell’indebitamento di diversi Paesi emergenti.
Le tensioni commerciali alimentate dagli Stati Uniti moltiplicano i
pericoli per la crescita.
Da segnalare a Francoforte il
balzo del 5,63% di ThyssenKrupp. Ulrich Lehner, presidente del colosso
tedesco dell’acciaio dal marzo 2013, lunedì ha rassegnato le dimissioni
dal suo incarico a meno di due settimane dal passo indietro del chief
executive Heinrich Hiesinger. La società secondo diverse indiscrezioni
sta lavorando ad alleanze e revisioni di perimetro nel difficile contesto
dei dazi USA sull’acciaio e della concorrenza cinese che mette pressione
sulla sovrapproduzione europea. Male invece Adidas (-2,21%) che
probabilmente subisce, da titolo ciclico quale è, il cattivo sentiment
odierno dei mercati azionari.
A Parigi si mette in luce Casino
Guichard Perrachon, gigante dei supermercati ha riportato di
un’accelerazione delle vendite nel secondo trimestre a 8,9 miliardi di
euro, contro gli 8,8 miliardi delle attese, e ha confermato i propri
target finanziari. L’azione di Casino guadagna il 2,86% e probabilmente
influisce sulle performance positive e in controtendenza di Carrefour
(+1,18%).
A Londra perde quota BT (-2,10%)
nel contesto di un settore delle telecomunicazioni intonato al ribasso in
tutta Europa con un Euro Stoxx 600 Telecommunications in calo dell’1,01
per cento.
APERTURA MERCATO
ITALIANO
Borsa italiana poco sopra la
parità, riflettori sul settore torri. FTSE MIB +0,08%.
Il FTSE MIB segna +0,08%, il FTSE
Italia All-Share +0,15%, il FTSE Italia Mid Cap +0,58%, il FTSE Italia
STAR +0,58%.
Mercati azionari europei incerti:
Euro Stoxx 50 -0,4%, FTSE 100 invariato, DAX -0,2%, CAC 40 -0,3%, IBEX 35
+0,1%.
Future sugli indici azionari
americani in leggero calo: S&P 500 -0,1%, NASDAQ 100 -0,3%, Dow Jones
Industrial invariato. Le chiusure dei principali indici USA nella seduta
precedente: S&P 500 -0,10%, NASDAQ Composite -0,26%, Dow Jones
Industrial +0,18%.
Mercato azionario giapponese in
verde, l'indice Nikkei 225 stamattina ha chiuso a +0,44%. Borse cinesi
negative: l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen poco fa ha terminato a
-0,65%, l'Hang Seng di Hong Kong al momento segna -1,3% circa.
In netto rialzo Ei Towers (+15,5%
a 57,00 euro) dopo che 2i Towers (40% Mediaset e 60% F2i) ha lanciato
un'OPA totalitaria a 57 euro per azione. Mediaset (+3,3%) controlla il
40% di Ei Towers. Balza in avanti anche Rai Way (+17,30%) in vista di una
possibile fusione con Ei Towers.
Petroliferi in flessione con il
greggio stabile sui minimi di periodo dopo la netta flessione di ieri
pomeriggio. I future settembre 2018 segnano per il Brent 71,80 $/barile
(minimo da aprile), per il WTI 67,00 $/barile (minimo da giugno). Vendite
su Saipem (-1,0%), Tenaris (-1,0%), Eni (-0,2%).
Positivi i finanziari con BPER
Banca (+1,7%), UBI Banca (+1,3%), Azimut Holding (+1%), Generali (+0,8%),
Banca Mediolanum (+0,8%), Banca Generali (+0,6%).
STMicroelectronics (-1,5%) perde
terreno in sintonia con il settore microchip, probabilmente penalizzato
dal forte calo di Netflix (-14,13% al NASDAQ in after hours) in scia a
dati trimestrali deludenti.
Telecom Italia (-0,5% a 0,6044
euro) in rosso. Citigroup ha ridotto il target sul titolo da 0,60 a 0,55
euro, toccato a 0,5990 il minimo dal 2013. Ricordiamo gli appuntamenti
con il cda sui dati del sem1 del 24 luglio e con il board della
controllata TIM Brasil, in programma il 19 luglio: il clima è favorevole
e sono attesi dati semestrali brillanti. L'Economia del Corriere della
Sera ha scritto che il cda del 24 luglio chiamato ad approvare i dati del
primo semestre potrebbe anche prendere decisioni importanti sulla rete:
si ipotizza la vendita di alcuni segmenti della stessa. Riguardo
all'eventuale integrazione della rete con OpenFiber si ribadiscono le
indiscrezioni della scorsa settimana, ovvero le perplessità di Enel..
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TITOLI DEL
GIORNO
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Resta in positivo, pur riducendo
notevolmente i guadagni Italgas. Graficamente il titolo si è
scontrato con una resistenza tenace in area 4,90. Le quotazioni hanno
toccato un massimo intraday pochi minuti dopo l'apertura a 4,893 per poi
arretrare stabilizzandosi poco sopra la chiusura di venerdì a 4,739 euro.
Sarà fondamentale la rottura di area 4,90 per sbloccare il movimento
laterale visto nell’ultimo mese: atteso in questo caso un allungo verso
target a 5,10 e successivamente a 5,38 euro circa. Discese sotto area
4,65 farebbero invece scattare invece un primo campanello d’allarme che
troverebbe conferma nel caso di violazione di area 4,50, prologo a un
affondo fino a 4,40 circa, linea che unisce i minimi di marzo a quelli di
maggio.
Inwit ieri ha fatto segnare un rialzo
superiore ai 4 punti percentuali. Graficamente il titolo è stato respinto
di recente dalla resistenza a 6,90 euro, massimi allineati dello scorso
maggio, arretrando fino sulla media a 50 sedute in area 6,55. I prezzi
sono tornati a salire con forza nella giornata di ieri, dopo aver
ritracciato il 38,2% del rialzo partito a fine maggio. Un comportamento
interessante che dimostra come sia ormai imminente un nuovo attacco ai
citati ostacoli a 6,90/7,00 euro. Il superamento di tali livelli
permetterebbe di scongiurare il rischio di un potenziale doppio massimo
in formazione da maggio proprio a 6,90 circa, restituendo vigore alla
tendenza positiva di lungo periodo, che avrebbe campo aperto per
procedere verso gli obiettivi a 7,50 e 7,90 euro. Il cedimento di quota
6,50, invece, indebolirebbe lo scenario rialzista introducendo il test
della linea che sale da febbraio, ora poco sotto 6,25, baluardo che avrà
il compito di scongiur are l'affondo sulla base del citato doppio massimo
a quota 5,94.
L'analisi del grafico di Maire
Tecnimont evidenzia il rimbalzo originato dal doppio minimo di fine
giugno/inizio luglio: il titolo sta ora premendo contro gli ostacoli a
4,37 euro circa, nel tentativo di alimentare il recupero verso il massimo
di inizio maggio a 4,69. Oltre questo ultimo livello probabile allungo in
direzione del top pluriennale dello scorso settembre a 5,42. Segnali di
debolezza sotto 4,20 per 3,95/4,00 e 3,76, minimo di inizio mese.
DATI MACRO ATTESI
Martedì 17 Luglio 2018
10:00 ITA Ordini all'industria
mag;
10:00 ITA Fatturato industriale
mag;
10:00 GB Intervento Carney (BOE);
10:30 GB Tasso di disoccupazione
mag;
10:30 GB Indice retribuzioni medie
mag;
10:30 GB Variazione richieste
sussidi disoccupazione giu;
11:00 ITA Inflazione finale giu;
15:15 USA Produzione industriale
giu;
16:00 USA Indice NAHB (mercato
immobiliare residenziale) lug;
16:00 USA Audizione Powell (Fed)
al Senato (presentazione Monetary Policy Report).
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HEADLINES
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Bitcoin in rally. BlackRock crea
team per le criptovalute
Il Bitcoin è andato in rally del
5% lunedì, toccando quota 6.698,35 dollari di valore in intraday, dopo
che la testata londinese Financial News ha riportato che BlackRock,
gigante dell'asset management con un gestito di 6.299 miliardi di dollari
allo scorso 30 giugno, ha messo insieme un team per studiare potenziali
investimenti in criptovalute e blockchain, la tecnologia che sta alla
base delle valute digitali.
Russia: crescita produzione
industriale al 2,2% in giugno
Secondo quanto comunicato lunedì
dalla Rosstat, l’agenzia ufficiale di statistica di Mosca, la produzione
industriale è cresciuta in Russia nel mese di giugno del 2,2% annuo, in
ulteriore netto rallentamento rispetto al 3,7% di maggio (3,9% in aprile)
e sotto al 3,0% del consensus. Su base mensile la crescita è invece stata
dello 0,2% (ma su base destagionalizzata si è registrata una flessione
dello 0,6%) contro il rialzo precedente dell'1,5% (e il calo del 3,1% di
aprile).
Brasile: indice attività economica
Ibc-Br in calo del 3,34%
Frenata per l'attività economica
del Brasile, secondo quanto comunicato lunedì dal Banco Central do Brasil
(l’istituto centrale di Brasilia). L'indice Ibc-Br (Índice de Atividade
Econômica do Banco Central) è infatti sceso del 3,34% in maggio su base
mensile, contro il progresso dello 0,47% di aprile, il calo del 3,10%
stimato dagli economisti e quello del 2,90% di un anno prima. Il mese di
maggio è stato particolarmente negativo per il Brasile, come evidenziato
già a inizio mese dal dato sulla produzione industriale, soprattutto a
causa di uno sciopero dei camionisti che aveva influito sulla logistica
delle fabbriche.
Cina: prezzi delle case cresciuti
del 5,0% annuo in giugno
Trentatreesimo progresso
consecutivo per i prezzi delle case nelle maggiori città della Cina, dopo
una striscia negativa che era durata 14 mesi. Secondo quanto comunicato
dall’Ufficio nazionale di statistica di Pechino, infatti, nei 12 mesi al
30 giugno l’incremento dei prezzi è stato del 5,0% annuo, in
accelerazione rispetto al 4,7% di aprile e maggio (4,9% in marzo).
Secondo i calcoli di Reuters, su base mensile il progresso è invece stato
dell'1,0% in giugno, contro lo 0,7% di maggio (0,5% in aprile), con il
tasso di crescita più elevato dall'ottobre 2016. Tra le 70 città
monitorate 63 hanno registrato incrementi mensili contro le 61 di maggio
(58 in aprile)
L'antitrust francese mette nel
mirino le alleanze nel retail
L'antitrust francese mette nel
mirino le alleanze nel retail. L'Autorité de la Concurrence di Parigi ha
infatti aperto un'indagine sugli accordi siglati dai colossi della grande
distribuzione con l'obiettivo di ridurre i costi delle forniture. In
particolare sotto esame è finita l'alleanza annunciata a inizio mese dal
gigante francese Carrefour con la rivale britannica Tesco. La stessa
Carrefour in dicembre aveva siglato un accordo con Fnac Darty relativo
agli acquisiti di elettrodomestici e prodotti di elettronica di consumo e
successivamente con l'altro big dei supermercati Système U. Intese, però,
vedono coinvolti anche Auchan, Casino, Schiever e la tedesca Metro, per i
mercati francesi e internazionali.
Crollo del 14% per Netflix. Utenti
e ricavi sotto il consensus
Netflix ha segnato un crollo
superiore al 14% in after market al Nasdaq (la seduta di lunedì si era
invece chiusa con un rialzo dell'1,18%), dopo che il pioniere dello
streaming video ha presentato risultati relativi al secondo trimestre
che, come previsto dal mercato, hanno deluso in termini di nuovi abbonati
ma anche di ricavi. Nei tre mesi Netflix ha registrato 4,47 milioni di
nuovi utenti iscritti a livello globale e 670.000 in Usa. Dati che si
confrontano con aspettative della stessa azienda californiana per 5,9 e
1,2 milioni rispettivamente. I profitti netti sono invece cresciuti da 66
milioni di dollari, pari a 15 centesimi per azione, a 384 milioni, e 85
centesimi (contro i 79 centesimi del consensus di FactSet). Deciso
miglioramento dei ricavi, passati da 2,78 a 3,90 miliardi ma appena sotto
i 3,93 miliardi attesi dagli analisti.
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state redatte con la massima perizia possibile in ragione dello stato
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in elevate perdite che, nel caso di utilizzi di margini, possono
uguagliare o superare l'investimento originario. FTA Online svolge ogni
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